Al via la mostra dedicata alla Medicina nella Grande Guerra al Museo di Storia della Medicina

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È stata inaugurata oggi alMuseo di Storia della Medicina in Padova la mostra Combattere, Curare, Istruire. Padova “Capitale al fronte” el’Università Castrense, alla presenza del Presidente della Fondazione MUSME, Francesco Peghin,dell’Assessore alla Cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio, del Presidente del Comitato scientifico museale,Vincenzo Milanesi, e del curatore, Maurizio Rippa Bonati.
Durante la Prima Guerra Mondiale Padova svolse un ruolo fondamentale quale centro medico, in particolarenell’assistenza sanitaria prestata ai soldati e nella didattica medica, motivo per cui è statarecentemente proposta per la Medaglia d’oro al merito della sanità pubblica. Con questo progetto il Museo intende non soltanto raccontareuna storia che ha toccato l’intera città e migliaia di studenti provenienti da tutt’Italia, ma anche porre al centrodell’attenzione il ruolo imprescindibile della Medicina nel primo conflitto mondiale e parallelamente ilprogresso che questa disciplina conobbe in un momento tragico della storia italiana.
L’esposizione, in perfetta linea con la natura del MUSME a metàtra storia e tecnologia, propone una ricostruzione del percorso dei feriti al fronte, dai primi punti diassistenza fino agli ospedali territoriali, attraverso un’enorme mappa della cosiddetta “catena di soccorso”, organizzataper recuperare e trasportare i feriti, exhibit interattivi, tavoli touch che descrivono i luoghi padovani adibiti a ospedali (sulla base della mappa di Drucker del 1915), video e documenti,reperti storici, tra cui alcuni presidii medici del periodo, giochi e una pinacoteca virtuale confoto d’epoca di alcuni ospedali militari.
Una vera e propria narrazione dell’organizzazione sanitaria nella Grande Guerra a Padova. Ad accogliere il visitatore una tenda con la ricostruzione dei punti di assistenza, dove i medicidiagnosticavano la gravità delle condizioni di salute. Tra i vari reperti una barella deltempo per il trasporto dei malati, il famoso proiettile Shrapnel, riempito dipallette metalliche che venivano rilasciate a raggiera, dall’effetto dannosissimo per i soldati colpiti, “lo zaino” delmedico militare con materiali e attrezzature sanitarie per il soccorso, maschere anti-gas, divise, tra cui l’uniforme da medico perle poche dottoresse di allora, un apparecchio per l’esecuzione delle prime radiografie, il gioco per scoprire gli strumenti utilizzati dai medici, 24 volumi dei “Problemi sanitari di guerra”,manuali di chirurgia. Particolarmente d’impatto le cartoline che “volano” sui visitatori a ricordare la distanza deisoldati da casa e la difficoltà di comunicazione con le famiglie.
Il ruolo di Padova “Capitale sanitaria della Guerra” viene raccontato,inoltre, dai video di due attori, che si caleranno nei panni di due protagonisti: Francesco della Valle (1858-1937), medico egenerale, che in qualità di capo della sanità militare istituì la cosiddetta “catena sanitaria”, perrecuperare, soccorrere, curare e reintegrare nei ranghi i militari feriti in battaglia (in mostra anche la lettera che Gabriele D’Annunzio gli scrive nel 1923); e Luigi Lucatello(1863-1926), allora preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Padova, che coordinò lacomplessa organizzazione messa in atto per formare in breve tempo una nuova “leva” di medici, preparatiall’eccezionale compito cui erano chiamati.

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