Disfunzione erettile: anche l’impotenza è scritta nei geni

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E’ stata scoperta un’area del genoma associata a un aumento del rischio di disfunzione erettile: lo ha rilevato uno studio condotto da esperti del Kaiser Permanente, i cui risultato sono stati pubblicati su “Proceedings of the National Academy of Sciences”. La disfunzione erettile, ossia l’incapacità di ottenere e mantenere un’erezione sufficiente per l’attività sessuale, è una condizione comune per gli uomini di età prevalentemente media o anziana: è legata a molte cause, come fattori neurologici, ormonali e vascolari ed esisteva già il sospetto che la genetica potesse influire in circa un terzo dei casi.

Ora la nuova ricerca ha scoperto che variazioni in un punto specifico del genoma – chiamato locus genetico – vicino al gene Sim1 sono significativamente associate ad un aumentato rischio di disfunzione erettile.
I ricercatori sono giunti alla suddetta conclusione conducendo uno studio di associazione genome-wide in due coorti eterogenee: la prima comprendeva 36.648 uomini coinvolti nel programma di ricerca Kaiser Permanente su geni, ambiente e salute. Dati poi verificati in una coorte di 222.358 uomini della Biobanca britannica. Lo studio ha rilevato che le variazioni nel locus Sim1 erano associate a un aumento del rischio del 26% di disfunzione erettile, un numero che risulta indipendente da fattori di rischio di impotenza, come l’indice di massa corporea.

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