In un anno 38.700 embrioni congelati: il rapporto del Movimento Vita

MeteoWeb

Sono quasi 40.000, in un solo anno, gli embrioni creati per cicli di fecondazione assistita e congelati, in attesa forse di essere utilizzati in futuro. Mentre sono oltre 63.600 quelli non congelati ne’ trasferiti, di cui si e’ persa traccia. Lo rende noto il Movimento per la vita, nel decimo Rapporto sull’attuazione della legge 40/2004, presentato oggi in conferenza stampa alla Camera.

Dall’ultima relazione del ministero della Salute al Parlamento sulla legge 40, precisa Marina Casini Bandini, presidente del Movimento per la Vita, risulta che “nel solo 2016, dei 109.745 embrioni trasferibili, 38.687 sono stati congelati, un numero non irrilevante: 38.687 esseri umani generati in vitro sono stati depositati nei freezer dei centri in cui si effettua la fecondazione assistita in Italia”.

Dalla relazione ministeriale, prosegue, emergono alcune “alcune omissioni che e’ doveroso colmare”. La prima, spiega, “e’ che non e’ dato conoscere il numero complessivo degli embrioni generati in vitro in tutti questi anni. Per avere un’idea, proviamo a moltiplicare il dato per i 9 anni, da quando questa possibilita’ e’ stata introdotta tramite sentenza della Corte Costituzionale”.

L’altra lacuna, riguarda la mancanza di informazione su cio’ che viene fatto degli embrioni non trasferibili ne’ congelati, che sono in tutto, secondo il calcolo del Movimento per la vita, 63.631. “In base a che cosa si e’ deciso di non trasferirli? Quale e’ la loro sorte?”, chiede Casini Bandini. Terza lacuna, secondo il Movimento per la vita, riguarda la mancanza di conoscenza su perche’ si accede alle tecniche di Pma.

“La legge 40 – precisa Giuseppe Grande, segretario Movimento per la Vita – prevede che la fecondazione assistita sia una tappa ultima, qualora non abbiano funzionato altre soluzioni. Ma, se e’ realmente cosi’, questo dalla Relazione ministeriale, non lo sappiamo. E’ necessario rilevare le cause di accesso alla Pma, anche nell’uomo oltre che nella donna. E sapere quanto sia stata fatta autentica medicina della riproduzione e non solo tecniche di riproduzione assistita”.

Condividi