La Banca europea per gli investimenti (BEI), in collaborazione con YouGov – società internazionale di analisi dell’opinione pubblica – ha pubblicato oggi la seconda serie di risultati del sondaggio sul clima, che analizza come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici nell’Unione europea, negli Stati Uniti e in Cina.
Questa seconda serie di risultati s’interessa, in particolar modo, a come i cittadini percepiscono i cambiamenti climatici e la crescita economica, tema che sarà ampiamente dibattuto alla Conferenza mondiale sul clima (COP24) in programma per la prossima settimana in Polonia. Alla conferenza i decisori provenienti dalle varie parti del mondo si scambieranno pareri sulle vie da seguire per raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi.
Il sondaggio della BEI sul clima apporta, a tale proposito, preziose informazioni su come gli europei considerano che i cambiamenti climatici – e le misure per contrastarli – incidano sulle loro economie. Dallo studio emerge che il 54% degli italiani ritiene che ne risentiranno personalmente a livello finanziario (con maggiori spese assicurative, costi energetici, tasse, ecc.). L’indagine mette inoltre in rilievo come i cittadini con reddito inferiore sono più preoccupati dell’impatto economico negativo delle misure di lotta ai cambiamenti climatici rispetto ai concittadini con reddito alto: Il 46% degli italiani con un reddito familiare annuale lordo inferiore a 12 000 euro ritiene che le misure di contrasto gravano sull’economia, opinione condivisa solo dal 28% di coloro che hanno un reddito superiore a 24 000 euro.
Nel complesso, l’indagine ha rilevato che i cittadini dell’UE sono più preoccupati delle ripercussioni finanziarie causate dai cambiamenti climatici, rispetto agli americani e ai cinesi. Il 55% degli europei è dell’avviso che gli effetti finanziari del fenomeno incideranno su di loro personalmente, opinione condivisa dal 40% dei cinesi e dal 45% degli americani. I cittadini statunitensi sono anche i più ottimisti riguardo ai benefici economici derivanti dalle misure attuate per contrastare i cambiamenti climatici: Il 26% ritiene che l’effetto di dette misure può essere positivo sull’economia, mentre solo il 21% degli europei condivide quest’opinione, percentuale che scende addirittura all’11% per i cinesi.
In questo contesto, la Banca europea per gli investimenti (BEI) s’impegna ad essere tra i maggiori finanziatori mondiali nell’azione di lotta ai cambiamenti climatici: la Banca ha investito oltre 130 miliardi di euro in tutto il mondo, sostenendo investimenti in questo campo pari a 600 milioni di euro dal 2011, ovvero un ammontare all’incirca equivalente al PIL polacco.
Monica Scatasta, Capo della politica ambientale, climatica e sociale della BEI, ha affermato: “I finanziamenti sono un fattore cruciale nella lotta mondiale contro i cambiamenti climatici e gli effettivi negativi che comportano. Noi della BEI siamo fermamente convinti che finanziare l’azione per il clima sia fondamentale anche per sfruttare le opportunità di crescita e innovazione. Forse non tutti sanno che le misure volte ad affrontare il cambiamento climatico possono anche produrre notevoli benefici per la crescita economica e creare un numero significativo di nuovi posti di lavoro. Ma i finanziamenti pubblici, da soli, anche quando provengono dalle istituzioni internazionali, non sono sufficienti. Gli investitori, gli imprenditori e tutte le forze economiche hanno un ruolo da svolgere per contrastare i rischi legati ai cambiamenti climatici. Alla BEI ci adoperiamo per questo: contribuiamo ad attivare queste forze per sostenere l’azione per il clima.”