Morbillo, Italia fanalino di coda in Europa: dati allarmanti

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“Dal gennaio 2017, i casi di morte per morbillo in Italia sono stati 17, soprattutto in bambini e adulti immunodepressi. A questi si e’ aggiunto un altro possibile caso di cui e’ stata data notizia a Trieste in questi giorni. I casi di morbillo quest’anno, al 30 settembre, sono stati 2.295. Dall’inizio del 2013 i casi segnalati sono stati 12.787. Di questi giorni la notizia di un’epidemia in ospedale a Bari. Una vergogna che ci pone nella posizione di fanalino di coda in Europa nella lotta contro una malattia eliminabile e che alimenta giudizi negativi sull’efficienza del sistema sanitario nel nostro Paese, con possibili ricadute negative anche sulla scelta dell’Italia come meta turistica”. È quanto si legge in una nota della Simit, Società italiana Malattie infettive e tropicali.

morbilloDENUNCIA CONTRO LA CONFUSIONE – Secondo Simit “e’ ora di denunciare le responsabilita’ che in tutto questo competono ai chi, preposto per dovere d’ufficio a garantire la salute della popolazione, invece di far rispettare con fermezza la legge sull’obbligo vaccinale, traccheggia assumendo posizioni contraddittorie, generando confusione e favorendo gli irresponsabili che su posizioni egoistiche cercano scappatoie agli adempimenti di legge”.

morbilloIL MORBILLO NEGLI OPERATORI SANITARI E NEGLI ADULTI – “Cento dei casi di morbillo verificatisi quest’anno sono stati segnalati in operatori sanitari. Dei casi tra questi in cui e’ noto lo stato vaccinale- spiega la nota- 83 non erano mai stati vaccinati, mentre 8 erano stati vaccinati in maniera incompleta. Va ricordato che ogni caso di morbillo e’ potenzialmente in grado di causare 16-18 casi secondari. È quindi assolutamente inaccettabile che un operatore sanitario non sia protetto e di conseguenza non protegga i suoi assistiti, evitando di contribuire alla diffusione dell’infezione. L’eta’ mediana degli operatori sanitari colpiti da morbillo – 35 anni – e l’eta’ mediana dei casi di morbillo segnalati in Italia quest’anno – 25 anni – rivelano come a rischio di contrarre questa malattia siano anche gli adulti non vaccinati o che non si siano infettati in eta’ infantile. Tra questi, molte donne in eta’ fertile, che dovrebbero assolutamente vaccinarsi prima di intraprendere una gravidanza. Altrettanto necessario e’ provvedere alla vaccinazione degli operatori sanitari non vaccinati e che non abbiano contratto il morbillo nell’infanzia”.

LE COPERTURE VACCINALI DI GARANZIA SONO ANCORA DA CONSEGUIRE – “Gli infettivologi italiani non possono che esprimere il loro completo dissenso verso qualsiasi posizione che possa indurre a ritenere che i problemi inerenti le vaccinazioni siano da considerarsi superati o di prossima risoluzione o che si dia spazio a tentativi di aggirarli con scappatoie non suffragate da alcun fondamento scientifico. A oggi, e vista la situazione, l’obbligo vaccinale rigorosamente applicato resta l’unica via percorribile per un periodo che non e’ possibile prevedere di breve durata. Bisogna rilanciare la vaccinazione anche in ampi strati di giovani adulti rimasti fuori dagli interventi di prevenzione. Non solo le coperture richieste dall’Oms e dall’evidenza scientifica contro le infezioni prevenibili mediante vaccinazione non sono ancora state raggiunte- fa sapere la Simit- ma anche solo il pieno mantenimento nel tempo della copertura vaccinale nei nuovi nati in piu’ anni consecutivi potra’ permettere il conseguimento dei risultati necessari. Ogni ulteriore sottovalutazione in questo momento puo’ essere foriera di pericolose conseguenze ai danni della salute pubblica e soprattutto ai danni delle componenti piu’ fragili della popolazione, come i bambini immunodepressi, che non potendo praticare i vaccini o non potendo beneficiare di essi, vengono protetti solo dall’immunita’ di gregge, cioe’ dalle vaccinazioni praticate dagli altri che impediscono la circolazione delle infezioni”.

morbilloVACCINAZIONI COME ‘OBIETTIVO PRIORITARIO’ PER LA TUTELA DELLA SALUTE – “Si e’ aperta la stagione della vaccinazione contro l’influenza, per la quale il modesto 50% di copertura negli ultra sessantacinquenni ci pone un’altra volta assai lontano dall’obiettivo minimo del 75% fissato dall’Oms. La copertura della vaccinazione anti pneumococco e’ ancora piu’ bassa, anche nelle popolazioni a maggior rischio. Offrendo la loro disponibilita’ a contribuire a campagne di informazione rivolte ai cittadini volte a facilitare l’adesione condivisa, motivata e consapevole a tutte le vaccinazioni previste dal piano nazionale- conclude la nota- gli infettivologi italiani ribadiscono che le vaccinazioni, nel bambino come nell’adulto a rischio e nell’anziano, sono un obiettivo prioritario, che non deve essere messo in pericolo da alcun tipo di tentativo irresponsabile di elusione”.

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