Rischio sismico, idrogeologico e vulcanico: i geologi nelle scuole a insegnare la prevenzione

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Più di 600 scuole in tutta Italia hanno aderito alla seconda edizione dell’iniziativa di divulgazione scientifica “La Terra vista da un professionista: a scuola con il geologo”, finalizzata alla divulgazione della cultura geologica quale elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente. La manifestazione, in programma venerdì 16 novembre 2018 su tutto il territorio nazionale, è stata organizzata dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con tutti gli Ordini regionali dei geologi, con il patrocinio Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare e con la collaborazione del Dipartimento della Protezione Civile.

Per conseguire l’obiettivo di quella che io chiamo ‘prevenzione civile’, sarebbe necessario mettere in campo una serie di azioni sistemiche e sinergiche e, tra queste, quella di disseminare, tra i cittadini, conoscenza e consapevolezza dei georischi che pervadono il territorio: troppo spesso, difatti, si continua a morire durante un terremoto o un’alluvione per comportamenti sbagliati. Queste cose andrebbero insegnate ai cittadini, proprio a partire dalle scuole e, in mancanza, un po’ provocatoriamente ci siamo sostituiti alle istituzioni e andiamo oggi nelle scuole a parlarne”. Queste le parole di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, aprendo la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa presso il Liceo Classico “Eugenio Montale” di Roma, organizzata dal Consiglio Nazionale dei Geologi, in collaborazione con l’Ordine dei Geologi del Lazio e sotto l’egida della Protezione Civile.

Portare nelle scuole i temi della prevenzione e le buone pratiche da adottare in situazioni di pericolo è un’iniziativa fondamentale per ridurre i rischi a cui i nostri cittadini sono troppo spesso esposti. Partire dalla formazione delle nuove generazioni è la priorità del nostro Dipartimento e per questo aderiamo convintamente a questa bella iniziativa promossa dal Consiglio Nazionale dei Geologi”. È il commento di Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile partecipando all’evento, giunto al secondo anno.

L’Italia è un Paese fragile dal punto di vista sismico, idrogeologico e vulcanico, per questo motivo i geologi sottolineano l’importanza di adottare corretti comportamenti in caso di calamità naturali. “Frane, alluvioni, terremoti, eruzioni vulcaniche: fenomeni naturali che caratterizzano il territorio italiano da sempre e ne trasformano inesorabilmente la morfologia. Anni e anni di assenza di pianificazione hanno fatto sì che tali eventi naturali determinassero catastrofi, interagendo con strutture e infrastrutture edificate in luoghi nei quali non era stata adeguatamente valutata la pericolosità geologica” dichiara Adriana Cavaglià, consigliere CNG con delega alla Protezione Civile. “Siamo abituati a sentir parlare di prevenzione quasi esclusivamente in concomitanza di emergenze – continua – dopo qualche giorno, molto spesso, tutto tace. Ed è da questa riflessione che nasce l’idea dei geologi italiani di entrare nelle scuole, lavorare in tempo di pace per educare i governanti di domani alla cultura dei georischi e della prevenzione”.

Il Consigliere dell’Ordine dei Geologi del Lazio e membro della Commissione di Protezione Civile, Marco Incocciati afferma: “Anche quest’anno l’Ordine dei Geologi del Lazio ha aderito a questa importante iniziativa, che ha visto la partecipazione di scuole secondarie di primo e secondo grado del Lazio: tra queste, anche l’Istituto Omnicomprensivo di Amatrice con le classi della scuola primaria di 4 e 5. Ci siamo messi a disposizione per condividere le problematiche legate alla corretta gestione e alla necessaria tutela del territorio. Nel Lazio, infatti, su 378 comuni, circa il 98% presenta almeno un’area a elevata pericolosità da frana, idraulica o derivante da altri fenomeni naturali e antropici. Appare quindi importante un’azione di sensibilizzazione come questa, mirata ad aumentare la cultura e la consapevolezza del rischio tra le giovani generazioni” conclude.

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