I climatologi avvisano che il 2019 potrebbe essere l’anno più caldo mai registrato a causa di un possibile evento di El Niño aggravato dal riscaldamento globale causato dall’uomo. C’è una possibilità del 90% che El Niño si formi e continui per l’inverno 2018-2019 nell’emisfero nord e una possibilità del 60% che continui in primavera, secondo il Climate Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
El Niño fa parte di un modello climatico che si verifica quando le temperature superficiali dell’Oceano Pacifico tropicale superano i livelli normali per un esteso periodo di tempo. È un fenomeno che può durare dai 4 ai 16 mesi e solitamente tende a influenzare le temperature globali, portandole verso un aumento. L’opposto di El Niño, La Niña, invece, si verifica quando le temperature superficiali del Pacifico centrale scendono a livelli inferiori alla media. Queste fasi di caldo e freddo fanno parte di un modello climatico ricorrente che si verifica in queste parti del Pacifico, noto come El Niño-Oscillazione Meridionale (ENSO), secondo la NOAA.
Il forte El Niño di fine 2015-inizio 2016 ha contribuito ad un aumento delle temperature globali fino a valori record nel 2016, secondo Brett Anderson, meteorologo di AccuWeather. “Tuttavia, se in quel periodo non ci fosse stato El Niño, sospetto che il 2016 si sarebbe classificato comunque come il secondo anno più caldo mai registrato a livello globale a causa del costante aumento dei gas serra nell’atmosfera, che intrappolano il calore vicino alla superficie”, ha dichiarato Anderson.
Finora, il 2018 ha la possibilità di essere il 3° anno più caldo mai registrato, dopo il 2016 e il 2017. “Quello che è interessante è che il 2018 è iniziato sotto le condizioni di La Niña, che solitamente influenza le temperature globali verso il raffreddamento, ma non è stata abbastanza da annullare il riscaldamento del rilascio dei gas serra causato dell’uomo”, ha aggiunto Anderson. Tuttavia, dalla fine di aprile 2018, le temperature superficiali su gran parte del Pacifico centro-orientale sono tornate ai loro livelli neutri dopo La Niña del 2017-2018, il che significa che non era presente nessuno dei due fenomeni.
“Riguardando i dati, gli anni con El Niño moderato/forte continuano a tendere verso il caldo. Se il prossimo El Niño raggiunge almeno un’intensità moderata e persiste per almeno 9 mesi, credo che il 2019 possa finire tra i primi 2 anni più caldi mai registrati a livello globale”, ha spiegato Anderson. Gli effetti sulle temperature globali di El Niño a volte sono ritardati. Quindi, il 2020 potrebbe finire per essere più caldo del 2019, nonostante il prossimo El Niño possa essersi già concluso in quel momento. Le temperature globali dell’oceano nel mese di ottobre 2018 sono state le seconde più calde mai registrate in ottobre. Gli oceani possono immagazzinare molto calore, quindi potrebbero rimanere vicino o ad una temperatura record per tutto il 2019, andando ad aggiungersi ulteriormente al riscaldamento delle temperature atmosferiche globali.
Gli effetti di El Niño sono stati più forti negli ultimi anni a causa del riscaldamento globale e questi effetti potrebbero peggiorare se le temperature continueranno ad aumentare, secondo un recente studio (ENSO’s Changing Influence on Temperature, Precipitation, and Wildfire in a Warming Climate) pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters. Gli studi suggeriscono che le tipiche reazioni atmosferiche a El Niño e La Niña stanno cambiando.
Fino a novembre 2018, El Niño non era ufficialmente iniziato e rimangono degli interrogativi sull’intensità e la longevità del fenomeno. Gli anni 2014, 2015, 2016 e 2017 si classificano come i 4 anni più caldi mai registrati a livello globale, sia su mare che su terra, con i dati risalenti fino al 1880, secondo la NASA. “Non è difficile vedere, con il potenziale aumento aggiunto da un altro El Niño, che il 2019 o persino il 2020 possano essere una buona scommessa per togliere alcuni di questi anni dalla lista dei primi 4”, ha dichiarato Anderson. 17 dei 18 anni più caldi nelle registrazioni di 136 anni si sono verificati tutti dal 2001 in poi, con l’eccezione del 1998, anno caratterizzato da un forte El Niño. Gli studi dimostrano che il riscaldamento climatico avrà profondi effetti sugli eventi meteo estremi, come ondate di calore, incendi, siccità, alluvioni e tempeste violente. Recentemente, il governo americano ha rilasciato una relazione che sottolinea questi impatti. La relazione esamina gli effetti che il cambiamento climatico avrà sulla salute, sulle comunità locali, sull’economia e sulle infrastrutture.