Gli scienziati stanno osservando uno scioglimento sorprendente nelle regioni polari della Terra in momenti che non si aspettavano, come l’inverno, e in posti che non si aspettavano, come l’Antartide orientale. Nuovi studi e nuove relazioni rilasciate nel corso di questa settimana dipingono uno dei quadri più desolanti finora del drammatico riscaldamento nell’Artico e in Antartide. Gli scienziati dell’Alaska hanno descritto uno scioglimento senza precedenti e insoliti problemi in inverno, incluso il permafrost che non si è mai riformato nello scorso inverno e la moria della fauna selvatica.
La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha rilasciato il suo Arctic Report Card 2018 che descrive il secondo anno più caldo dell’Artico, inclusi i livelli record di ghiaccio marino in inverno in alcune parti dell’area, un aumento della proliferazione di alghe (fenomeno normalmente tipico di acque calde) e cambiamenti meteorologici attribuibili a ciò che sta succedendo all’estremo nord. “L’Artico sta vivendo una transizione senza precedenti nella storia dell’umanità”, ha dichiarato Emily Osborne, capo della ricerca sull’Artico per la NOAA. Quello che sta succedendo è un grande problema: “È un nuovo Artico”, sostiene Waleed Abdalati, ex scienziato della NASA e direttore del programma di scienze ambientali dell’Università del Colorado, che non ha preso parte allo studio ma che ha aggiunto che normalmente non userebbe la parola “spaventoso” ma che questa volta calza a pennello.
La relazione della NOAA spiega che “il continuato riscaldamento dell’oceano e dell’atmosfera dell’Artico sta guidando un ampio cambiamento nel sistema ambientale in modi previsti ma anche inaspettati”. Uno dei problemi evidenti è stato il record negativo di ghiaccio marino in inverno nel Mare di Bering nel 2017 e nel 2018. Secondo Donald Perovich, co-autore della relazione, a febbraio il Mare di Bering ha perso un’area di oltre 210.000km². E questo è un problema perché il ghiaccio marino più antico e spesso è diminuito del 95% rispetto a 30 anni fa.
Gay Sheffield, biologa di mammiferi marini dell’University of Alaska Fairbanks, non solo studia il record negativo del ghiaccio ma lo vive anche giornalmente a Nome, in Alaska, a nord del Mare di Bering. “Quest’area senza ghiaccio sta avendo questo importante cambiamento ambientale”, ha detto, aggiungendo che ci sono state morie di molteplici specie marine, come la prima moria di foche in primavera lungo lo Stretto di Bering. L’ornitologo Geroge Divoky, che da 45 anni studia le urie bianche delle isole Cooper, che appartengono all’Alaska, ha notato qualcosa di diverso quest’anno. In passato, sull’isola arrivavano 225 coppie di questi uccelli marini. Lo scorso inverno sono state solo 85, ma solo 50 coppie hanno deposto le uova e solo le uova di 25 coppie si sono schiuse con successo. Per Divoky, questo è dovuto alla mancanza di ghiaccio marino. Con lo scioglimento generale, soprattutto in estate, i branchi di renne sono calati di circa il 55%, da 4,7 milioni a 2,1 milioni di animali, a causa del riscaldamento e delle mosche e dei parassiti che porta, spiega la relazione.
Il ricercatore Vladimir Romanovsky (University of Alaska Faibanks) ha detto di essere allarmato da ciò che è successo al permafrost, lo strato di ghiaccio che rimane congelato per anni. Romanovsky ha scoperto che 25 luoghi che solitamente congelavano tra gennaio e febbraio quest’anno non l’hanno fatto. A causa del riscaldamento, l’Artico “sta osservando concentrazioni di tossine algali che si muovono verso nord”, infettando uccelli, mammiferi e molluschi per diventare un problema economico e di sanità pubblica, ha spiegato Karen Frey, tra gli autori della relazione.
E l’Artico più caldo e lo scioglimento dei ghiacci sono connessi ai cambiamenti della corrente a getto che ha portato tempeste estreme ad est nel corso dell’inverno. Ma non si tratta solo dell’Artico. Icesat 2, il nuovo radar spaziale della NASA, nei suoi primi due mesi ha già trovato che la calotta di ghiaccio Dotson in Antartide ha perso oltre 120m di spessore dal 2003.Un altro studio rilasciato dalla NASA ha svelato un insolito scioglimento in alcune parti dell’Antartide orientale, che gli scienziati hanno sempre ritenuto stabile. Catherine Walker e Alex Gardner, esperti della NASA, hanno dichiarato che 4 ghiacciai della Baia di Vincennes hanno perso 2,7m di spessore dal 2008. La perdita delle calotte di ghiaccio in Antartide potrebbe portare ad un importante aumento del livello del mare. “Stiamo iniziando a vedere cambiamenti collegati all’oceano. Che ci crediate o meno, è la prima volta che li osserviamo in questo posto”, ha concluso Gardner.