Siamo in inverno e, come ogni anno, passando molto tempo in ambienti chiusi finiamo per favorire il picco di diffusione dei cosiddetti “malanni stagionali”. La più fastidiosa, soprattutto quando a soffrirne sono i più piccoli, è indubbiamente la gastroenterite, causata da batteri o virus che generano un’infiammazione a carico dell’apparato gastrointestinale.
Nonostante questo disturbo si risolva generalmente in un lasso di tempo breve, che va dalle 24 alle 72 ore, i fastidi che comporta sono tali da spingere i genitori a provare di tutto pur di aiutare i piccoli a fermare il decorso del virus.
Così, molte persone, si rifugiano nell’utilizzo dei probiotici, i cosiddetti batteri buoni, che comunemente sono ritenuti un valido aiuto per ripristinare l’equilibrio dell’intestino e far sì che i bambini si riprendano più velocemente.
Tuttavia, secondo due importanti studi pubblicati recentemente sul New England Journal of Medicine, i probiotici non risultano assolutamente efficaci in caso di vomito e diarrea.
Nel primo studio prospettico, condotto in doppio-cieco, che ha coinvolto 971 bambini di età compresa tra 3 mesi e 4 anni affetti da gastroenterite acuta, non sono state rilevate differenze sostanziali riguardo la durata di diarrea e vomito tra il gruppo che è stato sottoposto a terapia probiotica per 5 giorni e il gruppo che invece ha ricevuto il placebo.
Anche nel secondo studio i risultati sono analoghi. Condotto sempre in doppio-cieco, il test ha coinvolto 886 bambini canadesi di età compresa tra 3 mesi e 4 anni affetti da gastroenterite, ai quali sono state somministrate una terapia probiotica della durata di 5 giorni e una terapia placebo. Non sono state riscontrate differenze significative sulla durata dei disturbi tra i soggetti ai quali sono stati somministrati i probiotici e quelli sottoposti a placebo.
Stando quindi ai dati è piuttosto chiaro come i probiotici siano inutili nel trattamento delle gastroenteriti dei bambini. Tuttavia è possibile che alcuni tipi di probiotici siano utili per altri scopi, come si legge nell’articolo del Dott. T. LaMont: ad esempio è ancora sotto esame la possibilità che essi riescano a calmare le coliche nei lattanti.
Negli altri casi basta avere un po’ di pazienza e rivolgersi al medico se i sintomi dovessero peggiorare.