Bambino caduto nel pozzo in Spagna, i minatori si calano nel tunnel parallelo: dovranno scavare a mano per 4 metri in questa strettissima tubatura [VIDEO LIVE]

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Proseguono le operazioni per il salvataggio del piccolo Julen, caduto in un pozzo a Totalán, vicino Malaga, lo scorso 13 gennaio. Gli operai hanno terminato intorno alle 14 di oggi, 24 gennaio, i lavori di sistemazione della piattaforma per accedere al pozzo verticale scavato parallelamente a quello nel quale Julen, di soli 2 anni, è precipitato. È ora il momento dell’intervento della squadra speciale di minatori che rappresenta anche la parte più pericolosa dell’operazione.

Gli 8 componenti della Brigata di Hunosa dovranno scendere in una capsula metallica per scavare a mano circa 4 metri in orizzontale fino al punto in cui si crede si trovi il piccolo. Per un’operazione del genere servono almeno 24 ore, secondo quanto dichiarato da Ángel García Vidal, coordinatore delle operazioni. Ogni volta che si aggiungono altre ore di attesa in questa tragedia che si consuma già da oltre 10 giorni, le speranze di ritrovare il piccolo in vita si affievoliscono sempre di più. La mamma e il papà del piccolo, che nel 2017 avevano perso un figlio colto da “morte improvvisa”, chiedono che non vengano diffuse bufale sul prosieguo delle operazioni di salvataggio.

Yulen bimbo caduto pozzoI minatori hanno appena avuto accesso al pozzo verticale. Dovranno lavorare in una piccola tubatura che li porterà a 72 metri di profondità all’interno del pozzo in cui è caduto Julen. Come si può notare dall’immagine in alto, lo spazio in cui dovranno operare è molto ristretto e il lavoro estremamente complicato. Nel video in fondo all’articolo potrete seguire le operazioni live direttamente dal luogo dell’incidente.

Finora nessun contatto vocale è stato stabilito con Julen, caduto in un pozzo di prospezione non segnalato, largo 25 cm e profondo oltre 100 metri, mentre giocava, non lontano dai genitori, in un terreno nella città di Totalán.
Nella cavità sono stati trovati dei capelli e le analisi del DNA hanno confermato che il bimbo si trova nel pozzo.

La vicenda ricorda il caso italiano, del 1981, di Alfredino Rampi a Vermicino, che si era concluso tragicamente.

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