Un’altra diga mineraria rischia di crollare a Brumadinho, dove venerdì un bacino del complesso Corrego do Feijao del gigante minerario Vale si è aperto, ricoprendo l’area di milioni di tonnellate di fango e detriti. Trentanove persone sono state recuperate senza vita, ma altre 250 mancano all’appello e le speranze di ritrovarle vive sono deboli, soprattutto dopo che le ricerche sono state sospese anche a causa della nuova allerta. Le sirene hanno suonato alle 5.30 di domenica mattina, quando la compagnia Vale ha rivelato un pericoloso innalzamento delle acque. I soccorritori hanno subito iniziato a evacuare la popolazione nella zona a rischio vicino alla diga, che contiene almeno tre milioni di metri cubi d’acqua.
Il ceo di Vale, Fabio Schvartsman, e il governatore del Minas Gerais, Romeu Zema, avevano avvertito che il bilancio delle vittime del disastro di venerdì avrebbe potuto aumentare. Decine di elicotteri hanno sorvolato l’area in cerca di sopravvissuti, perché il fango impedisce gli spostamenti di terra. I vigili del fuoco domenica hanno aggiornato il bilancio delle vittime a 37 morti e 192 salvati, di cui 23 feriti. Il presidente Jair Bolsonaro ha sorvolato l’area sabato, twittando poi che tutto sarà fatto per “stabilire i fatti, chiedere giustizia e impedire nuove tragedie“. L’esercito ha dispiegato mille soldati, mentre da Israele sono partiti 130 militari dotati di equipaggiamenti specifici per la ricerca di sopravvissuti e cadaveri. Quella di Brumadinho è la prima emergenza che Bolsonaro deve affrontare e potrebbe trattarsi del peggior disastro della storia brasiliana. Per Vale è il secondo disastro in tre anni nello Stato del Minas Gerais.
I lavoratori della miniera erano a pranzo in una zona amministrativa, quando la diga alta 86 metri si è rotta. Di recente, ha dichiarato la compagnia, aveva passato i test di sicurezza. La Giustizia ha annunciato di aver congelato 3 miliardi di dollari in asset di Vale, sottolineando che se necessario sequestrerà proprietà e veicoli per arrivare alla cifra. Intanto, la compagnia è stata colpita da multe di governo federale e statale per 92,5 milioni di dollari. Il gigante minerario, tra i più grandi al mondo, era già stato coinvolto nel dramma di Mariana, sempre in Minas Gerais, in cui nel morirono 19 persone. Si trattò del peggior disastro ambientale del Brasile: la diga crollò rovesciando fanghi tossici su una vasta regione e contaminando il rio Doce, che ha foce nell’oceano Atlantico.
Greenpeace Brasile ha definito la rottura della diga di Brumadinho una “triste conseguenza delle lezioni non imparate dal governo brasiliano e dalle compagnie minerarie“, sottolineando che questi “non sono incidenti, ma reati ambientali che devono essere indagati, puniti e cui devono seguire riparazioni“. E almeno 10 cadaveri sono stati trovati in un pullman travolto dal fango e dai detriti a Brumadinho. Lo ha fatto sapere il portavoce dei vigili del fuoco, Pedro Aihara, citato dai media brasiliani, sottolineando che le persone nel veicolo erano dipendenti della compagnia mineraria Vale. I corpi non sono ancora stati identificati. Le vittime del disastro sono almeno 37, gli sfollati sono 81 e 23 persone sono ricoverate in ospedale, hanno riferito i vigili del fuoco. Vale ha diffuso una lista di oltre 250 dipendenti dispersi.
Ora, i vigili del fuoco impegnati nell’emergenza di Brumadinho hanno chiesto l’evacuazione di 24 mila persone, per il rischio di cedimento di un’altra diga. Entrambe sono di proprietà della compagnia mineraria Vale e oggi l’innalzamento del livello dell’acqua ha fatto scattare l’allarme per la possibile rottura di una seconda struttura, sotto monitoraggio, che si trova a una cinquantina di metri di distanza da quella crollata. “Il nostro lavoro è interamente concentrato sull’evacuazione“, ha dichiarato il portavoce dei vigili del fuoco, dal momento che l’allerta impedisce di proseguire le ricerche degli eventuali superstiti. Il bilancio ufficiale al momento è di 37 vittime, ma più di 250 i dipendenti e fornitori dell’azienda non sono reperibili.