Il calazio è una cisti dell’occhio, in particolare un lipogranuloma, localizzata nella palpebra e dovuta all’infiammazione cronica della ghiandola di Meibomio a causa dell’ostruzione del dotto escretore della stessa. Il calazio si formare gradualmente nel giro di poche settimane e spesso non è doloroso. Un orzaiolo e una cellulite localizzata spesso possono apparire molto simili. Tuttavia un orzaiolo di solito compare in modo più improvviso, è estremamente doloroso e si verifica sul bordo della palpebra. Anche un processo di cellulite si caratterizza per l’intenso dolore. Se il calazio è di grandi dimensioni, spesso il medico ne consiglia l’incisione e il drenaggio. Ma vediamo nello specifico, grazia al sito web IAPB Italia onlus, di cosa si tratta.
COS’È IL CALAZIO
Il calazio è un’infiammazione delle ghiandole di Meibomio, che si trovano all’interno delle palpebre e contribuiscono, col loro secreto, alla formazione delle lacrime.
QUALI SONO I SINTOMI?
Gonfiore delle palpebre, accompagnato da arrossamento, dolore, secrezione e infiammazione della congiuntiva. L’entità dei sintomi dipende dal grado d’infiammazione della ghiandola e dal numero delle ghiandole coinvolte. La sua dimensione può essere piccola (tipo un grano di miglio) oppure più grande, fino ad arrivare a gonfiori talmente consistenti da causare la chiusura della palpebra.
QUALI SONO LE CAUSE?
Generalmente il calazio è legato a disordini alimentari, soprattutto al consumo eccessivo di insaccati, dolciumi, ecc. Altrimenti, in alcuni casi, soprattutto nei bambini può essere dovuto a difetti visivi non corretti. Infatti, la contrazione involontaria dei muscoli oculari – che serve per mettere a fuoco – causa la chiusura del dotto escretore delle ghiandole di Meibomio e, quindi, il secreto ghiandolare trova difficoltà a fuoriuscire, con conseguente gonfiore e infiammazione (metaforicamente è come se si otturasse un lavandino).
QUALI TIPI DI TERAPIA SONO INDICATI?
Sicuramente la terapia di base consiste in una dieta sana, con un’eventuale assunzione di fermenti lattici vivi, in modo da regolarizzare l’assorbimento intestinale dei nutrienti. Inoltre, è indicato un delicato massaggio della palpebra gonfia per cercare di rimuovere meccanicamente l’ostruzione del dotto escretore della ghiandola. L’applicazione di pomate antibiotiche o antibiotico-cortisoniche va prescritta esclusivamente dal medico oculista (si può procedere a un massaggio circolare della parte gonfia per 5-10 minuti, che aiuta la guarigione). In ogni caso, potrebbero verificarsi delle ricadute. È opportuno, inoltre, accertarsi che non siano presenti difetti visivi non corretti perché l’affaticamento visivo può contribuire all’insorgenza del calazio.
COSA VA EVITATO?
Bisogna evitare gli impacchi, soprattutto quelli caldi: la palpebra è un tessuto molto delicato e alcune sostanze – soprattutto se concentrate – possono causare fenomeni di sensibilizzazione (allergie). Generalmente la tumefazione scompare entro 7-10 giorni. Tuttavia, se dopo due o tre settimane il calazio permanesse ancora, potrebbe essere che si sia formata una ‘capsula’ che congloba la ghiandola: in questo caso occorre un piccolo intervento chirurgico ambulatoriale per l’asportazione di una o più ghiandole.