Ricercatori dell’University of Würzburg e della Brandei University di Waltham hanno studiato l’impatto di diverse intensità di luce sul ritmo circadiano della Drosophila, il moscerino della frutta protagonista di molti studi: “Siamo stati in grado di dimostrare che la luce a bassa, media e alta intensità sincronizza l’orologio biologico nel cervello dell’insetto“, ha spiegato Charlotte Helfrich-Förster dell’Università di Würzburg.
I risultati della ricerca, pubblicati sul “Journal of Neuroscience”, hanno mostrato che la luce ad alta intensità influenza il pattern di attività dei moscerini: l’effetto – spiegano gli autori – è stato più sorprendente sulla “siesta”, che in media era un’ora più lunga. Ciò ha comportato un avvio ritardato del consueto picco di attività serale degli insetti, che sono tornati attivi da una a due ore più tardi del solito.
Si è quindi dedotto che l’aumento dell’intensità della luce solare prolunga la durata del sonno e si traduce in una “siesta” prolungata, che ritarda la ripresa dell’attività serale.
Gli scienziati sono stati anche in grado di individuare il responsabile del cambiamento a livello molecolare: speciali recettori fotografici esterni alla retina.
Quanto rilevato dalla ricerca “è un meccanismo essenziale per evitare una luce troppo forte e potenzialmente dannosa nel bel mezzo della giornata” e i risultati dello studio mostrano “sorprendenti paralleli tra la Drosophila e il sistema dei mammiferi“: Questi ultimi possiedono infatti dei recettori fotografici specializzati che percepiscono la luce intensa e inoltrano i segnali direttamente all’orologio circadiano, in un’area speciale del diencefalo (ipotalamo): non è chiaro se la loro attivazione induca anche gli esseri umani a fare una “siesta” più lunga, ma secondo gli scienziati non sarebbe da escludere.