Proseguono incessanti le operazioni dei soccorritori, che tentano di recuperare Julen, il bimbo di 2 anni caduto domenica scorsa in un pozzo nel sud della Spagna, vicino Malaga: il Paese rimane con il fiato sospeso mentre con passare delle ore si affievoliscono le speranze di trovare il piccolo ancora in vita.
Julen Rosello è caduto in un pozzo di prospezione non segnalato, largo 25 cm e profondo oltre 100 metri, mentre giocava, non lontano dai genitori, in un terreno nella città di Totalan.
I soccorritori non sono riusciti a raggiungere il punto in cui ritengono si trovi il bambino perché uno strato di terra, sabbia e pietre, è stato trascinato giù dallo stesso Julen durante la caduta, creando un blocco.
Si stanno scavando due tunnel, uno parallelo al pozzo e un altro orizzontale, ma le operazioni sono complicate dalla natura del terreno.
Nella cavità sono stati trovati dei capelli e le analisi del DNA hanno confermato che Julen si trova nel pozzo.
Secondo i soccorritori è la prova che il bambino è ancora intrappolato, ma ad una profondità maggiore rispetto agli 80 metri raggiunti finora dal robot-sonda che sta cercando di raggiungerlo.
La vicenda ricorda il caso italiano, del 1981, di Alfredino Rampi a Vermicino, che si era concluso tragicamente.