Intelligenza artificiale, presa di coscienza? Il caso OpenAI

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Fondata dal visionario Elon Musk nel 2015 nasce la compagnia no-profit OpenAi con la volontà di implementare, per il beneficio di tutti, brevetti di libero uso sull’intelligenza artificiale. Oggi qualcosa è cambiato: troppo pericoloso nelle mani sbagliate a detta dei ricercatori della società, il famigerato algoritmo GPT-2, designato per scrivere testi alla pari della corrispettiva umana, impersonare identità reali e creare fake news. Non divulgare l’algoritmo creato è stata la scelta che OpenAi ha ritenuto più opportuna: troppa preoccupazione per un utilizzo malevolo, un mezzo talmente potente da destabilizzare un mondo dove si fatica sempre di più nel riconoscere reale e inventato, a maggior ragione se le fake news le possono scrivere anche le macchine dotate di intelligenza artificiale. Monito per il futuro questa svolta di autocensura, anche se non completa: infatti l’algoritmo resterà in maniera ridotta per i futuri ricercatori e solo a scopo sperimentale. Passi avanti e dilemmi morali storie che si ripetono.

 

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