Tumori: 18 milioni di casi nel 2018, 5 milioni “potevano essere individuati prima e trattati in modo più efficace”

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Nel 2018 sono stati diagnosticati più di 18 milioni di nuovi casi di tumore a livello globale“. Fra questi, “quasi 5 milioni di casi di cancro al seno, alla cervice uterina, al colon retto e orale potevano essere individuati prima e trattati in modo più efficace“. Sono i dati (fonte Iarc) illustrati dagli esperti in occasione del World Cancer Day 2019, che si è celebrato il 4 febbraio. Un’occasione per lanciare la campagna mondiale (anche l’Italia è stata coinvolta con l’Airc) ‘I Am and I Will’. La missione è accendere i riflettori su un tema, la necessità di intercettare la malattia il prima possibile, e sull’appello corale degli esperti del pianeta che chiedono “un’azione urgente per migliorare la diagnosi precoce del cancro“, per aumentarla e implementare gli screening, con l’obiettivo di migliorare le chance di sopravvivenza dei pazienti.
Con la Giornata mondiale, realizzata sotto la guida dell’Union for International Cancer Control (Uicc), si punta a incoraggiare l’azione di singole persone, comunità e governi – spiegano i promotori – per una maggiore consapevolezza e accesso a strumenti riconosciuti come in grado sia di migliorare la qualità di vita dei malati sia di ridurre significativamente i costi e la complessità dei trattamenti. Gli ostacoli al raggiungimento di tassi più elevati di diagnosi precoce devono essere affrontati a più livelli, assicurano.
Scoprire la malattia in ritardo consente al tumore di diffondersi e causare danni indisturbato – è il monito della principessa Dina Mired di Giordania, presidente dell’Uicc e madre di ‘survivor’ – Ecco perché, in questo World Cancer Day, esorto tutti a educarvi sulla conoscenza di segni e sintomi e a non aver paura di cercare aiuto immediatamente. Allo stesso modo, esorto i governi a dare priorità e a sistematizzare programmi di screening e diagnosi precoce”. Per “troppi anni il cancro è stato considerato troppo complesso e troppo costoso da gestire. E’ vero il contrario – commenta il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus – Se non riusciamo a rispondere in modo decisivo, le conseguenze economiche e sociali saranno astronomiche“.
Per vincere la lotta contro il cancro, continua il Dg Oms, “i Paesi devono garantire che i servizi per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento dei tumori, nonché le cure palliative, siano integrati in pacchetti come parte degli sforzi per raggiungere una copertura sanitaria universale“. In questa Giornata mondiale, dichiara il Ceo dell’Uicc, Cary Adams, “vogliamo che le persone sappiano che molti tumori possono essere gestiti e persino curati, soprattutto se vengono rilevati e trattati il prima possibile. E’ la più grande opportunità di prevenire milioni di morti evitabili“.
Negli Stati Uniti, fanno notare per esempio gli esperti, il tasso di sopravvivenza a 5 anni per le donne con diagnosi di tumore al collo dell’utero in fase avanzata è appena del 15%, rispetto al 93% che si ha se la diagnosi arriva quando il cancro non si è diffuso. Lo stesso modello si conferma anche a livelli di reddito inferiori. C’è poi il fattore economico: studi condotti nei Paesi ad alto reddito mostrano che i costi di trattamento per i malati di cancro con diagnosi precoce sono da 2 a 4 volte più bassi rispetto a quelli per chi riceve diagnosi di cancro in stadio avanzato. Un lavoro statunitense stima in 26 miliardi di dollari all’anno i risparmi legati alla diagnosi precoce sulle spese nazionali.
Nonostante ciò milioni di casi di cancro vengono intercettati in ritardo, portando a opzioni terapeutiche costose e complesse, diminuzione della qualità della vita e decessi evitabili. Ci sono ostacoli individuali, come barriere psicologiche o socioeconomiche, o l’età che rende per esempio i bambini particolarmente vulnerabili perché meno capaci di comprendere e comunicare i primi sintomi del cancro. Altro freno evidenziato riguarda l’atteggiamento maschile e la mancanza di promozione della salute dell’uomo che talvolta impediscono a lui di chiedere aiuto.
I freni possono essere sentimenti di vergogna e paura, combinati con scarsa consapevolezza e credenze culturali. Come suggerisce un report del Regno Unito (2018), secondo cui una persona su 4 non si sarebbe rivolta al medico dopo aver scoperto un potenziale sintomo di cancro per paura di un’eventuale diagnosi. O ancora: in Bangladesh, un’indagine condotta su donne con cancro al seno ha rilevato che quasi la metà ha cercato un trattamento alternativo prima di rivolgersi agli specialisti e alla medicina convenzionale, accumulando un ritardo medio di 4 mesi.
Ci sono poi barriere poste dal sistema sanitario. Per i promotori del World Cancer Day, serve più consapevolezza tra medici, infermieri e operatori per migliorare la diagnosi precoce. Nel Regno Unito uno studio ha rilevato che la maggior parte delle persone presenta segni o sintomi di cancro già intercettabili a livello di cure primarie nell’anno precedente alla diagnosi formale di tumore. Anche quando un professionista sospetta un tumore, talvolta può avere difficoltà a riferire efficientemente i pazienti ai servizi per i test diagnostici, il che si traduce ancora una volta in inutili ritardi e questo avviene in particolare nei Paesi a basso reddito.
L’Uicc e le oltre 1.100 organizzazioni che ne fanno parte in oltre 170 Paesi “chiedono ai Governi di tradurre i loro impegni in azioni nazionali dimostrabili, per ridurre il peso del cancro“. Il che significa anche “aumentare gli investimenti“. “Una forte diagnosi precoce e misure tempestive devono far parte di ogni Piano nazionale, insieme a misure concrete per migliorare la prevenzione, il trattamento e la cura. Implementando strategie appropriate su questi 3 fronti – prevenzione, diagnosi precoce e trattamento – è possibile salvare fino a 3,7 milioni di vite ogni anno“, concludono.

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