Oggi Science e alcune riviste del gruppo Nature dedicano rispettivamente uno speciale sull’asteroide Ryugu (obiettivo della missione Hayabusa 2) e sull’asteroide Bennu (studiato dalla sonda OSIRIS-REx).
Uno degli articoli che compongono lo speciale di Science vede il contributo di due ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica a Roma, ovvero Ernesto Palomba e Davide Perna.
“Dall’analisi dei dati dello strumento NIRS3 a bordo della sonda Hayabusa 2 – spiega Ernesto Palomba – si evince che Ryugu ha una superficie molto scura e possiede una struttura spettrale che è indicativa della presenza in superficie di materiale contenente ossidrile, lo ione dell’acqua costituito da un atomo di ossigeno e uno di idrogeno (OH). Questo materiale risulta presente sulla superficie dell’asteroide in modo omogeneo, ma in lieve abbondanza”.
“Sia la morfologia che l’uniformità delle caratteristiche spettrali dell’asteroide Ryugu – afferma Davide Perna – fanno pensare che questo corpo celeste si sia formato a seguito di un impatto primordiale subìto da un corpo celeste ‘genitore’, i cui frammenti si siano riaggregati per costituire l’asteroide come oggi lo osserviamo. L’energia termica sviluppatasi in questo impatto potrebbe aver causato una parziale disidratazione del materiale, giustificando così la debole intensità osservata per la banda di assorbimento dell’OH”.
Ricercatori INAF sono anche nel team scientifico che ha prodotto gli articoli dello speciale su Bennu.