“Dobbiamo essere preparati ad affrontare altri eventi meteorologici estremi come la tempesta Vaia che ha flagellato le montagne del nord-est: per capire quando e perche’ si sviluppano, pero’, servono piu’ risorse per fare ricerca, mentre in Italia in questo momento si sta disinvestendo e l’agenzia meteorologica nazionale Italia Meteo e’ ferma“. A lanciare l’allerta e’ Dino Zardi, fisico dell’atmosfera dell’Universita’ di Trento. “Proprio in questi giorni stiamo lavorando a un progetto internazionale di grande scala, chiamato TEAMx, per studiare fenomeni estremi che colpiscono le Alpi: faremo campagne di misura di grande estensione sul territorio montano per capire lo sviluppo di determinati meccanismi per poi riprodurli al meglio con i nostri modelli matematici che girano sui calcolatori“, racconta Zardi. Molti i Paesi coinvolti: “partecipano Germania, Francia, Svizzera, Austria, Croazia, Slovenia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti. L’Italia – ricorda l’esperto – si presenta con una cordata fatta da universita’, il Cnr, il dipartimento della Protezione Civile e diversi servizi meteorologici regionali, ma al momento siamo l’unico Paese partecipante senza risorse. In agosto, a Rovereto, prepareremo la proposta con cui verra’ fatta la richiesta di fondi alle varie agenzie nazionali di finanziamento della ricerca, e per questo lancio un appello affinche’ l’Italia non manchi questo appuntamento. Inoltre, a settembre, il nostro Paese tornera’ ad ospitare dopo 21 anni la Conferenza internazionale di meteorologia alpina: un evento molto importante – conclude Zardi – a cui vorremmo invitare anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella“.