Dalle energie rinnovabili all’agricoltura, fino agli eventi estremi: sono alcune delle nuove applicazioni delle previsioni meteo, sempre più affidabili e ‘intelligenti’. La ‘bestia nera’ invece rimangono i temporali estivi. A fare il punto, in occasione della Giornata mondiale delle Meteorologia che si celebra domani, sono Lorenzo Giovannini, ricercatore dell’universita’ di Trento, e Luca Mercalli, presidente della Societa’ italiana di meteorologia.
“Le previsioni sono sempre piu’ precise. Per le 24-48 ore si ha ormai un’affidabilita’ del 90%, e ogni anno si migliora”, sottolinea Mercalli. Bisogna pero’ distinguere il tipo di previsione e lo spazio a cui si riferiscono. Ci sono quelle su scala globale, fatte dai grandi centri di ricerca, “che hanno una risoluzione di 10 chilometri e sono in continuo miglioramento. Fino a qualche decennio fa si arrivava a 50 o 100 chilometri. In futuro si arrivera’ a simulazioni globali di pochi chilometri”, aggiunge Giovannini.
A livello locale questo tipo di modello non e’ sufficiente, e ci si affida ai servizi meteorologci nazionali, regionali o dei singoli centri di ricerca. In questo caso la risoluzione e’ di 1-2 chilometri. Esistono pero’ dei fenomeni ancora difficili da prevedere, come i temporali estivi.
“In quel caso ancora non si riesce a dare la localizzazione precisa”, rileva Mercalli. Le prossime sfide saranno sui fenomeni di piccola scala. “Adesso per esempio le cosiddette previsioni di quartiere si possono avere per le temperature, anche nell’arco di 100 metri – continua Giovannini – Piu’ difficile invece per le precipitazioni”. Ma oltre a sapere che tempo fa per decidere come vestirsi, le previsioni meteo nel futuro avranno applicazioni sempre piu’ intelligenti. All’universita’ di Trento per esempio, spiegano gli esperti, “stiamo lavorando per le loro applicazioni nell’ambito delle energie rinnovabili, perche’ ai gestori interessa sapere avere i dati su vento e radiazioni solari per programmarsi. Oppure in ambito agricolo, per ottimizzare l’irrigazione, o per prepararsi ed evitare danni eccessivi da eventi estremi, come le gelate primaverili”.