Pubblicato su Nature uno studio condotto da un gruppo dell’Università norvegese di Scienza e Tecnologia, che ha consentito di elaborare le prime immagini dettagliate di una dorsale oceanica: si spinge fino a 120 km di profondità, dove le placche continentali si allontanano molto lentamente, alla velocità di 20 mm l’anno.
I ricercatori hanno studiato i fondali con nuove tecniche per scansioni elettromagnetiche, soffermandosi sulla dorsale “Mohns Ridge” nel mare della Groenlandia, nell’arcipelago delle isole Svalbard.
“I segnali generati dalla diversa conducibilità elettrica delle rocce possono essere trasformati in immagini, e mostrarci la distribuzione dei diversi tipi di rocce nella dorsale“, ha spiegato l’autore principale della ricerca. “In questa regione, ricca di sorgenti idrotermali, la crosta è ad esempio più sottile. La nostra ipotesi è che più del 30% delle dorsali oceaniche si muova molto lentamente, come quella della Groenlandia. Si tratta delle dorsali più profonde e inaccessibili“.
La ricerca, concludono gli esperti norvegesi, “potrà adesso aiutare a comprendere i meccanismi fondamentali di formazione di queste dorsali profonde, i cui movimenti possono essere responsabili di attività sismica e vulcanica“.