Da Papa Francesco un contributo di 150 mila euro ai paesi colpiti dal ciclone Idai

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Papa Francesco, tramite il dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha deciso di inviare un primo contributo di 150 mila euro (50.000 per ciascun Paese) per il soccorso alle popolazioni in questa prima fase di emergenza.

La somma, – spiega il dicastero del Card. Peter Turksonche vuol essere un’immediata espressione del sentimento di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento da parte del Santo Padre nei confronti delle persone e dei territori colpiti, verrà ripartita – in collaborazione con le Nunziature apostoliche – tra le zone maggiormente toccate dalla catastrofe e sarà impiegata in opere di soccorso e assistenza alle persone e ai territori“. “Il contributo di questo dicastero – spiega inoltre la nota – per le popolazioni del Mozambico, dello Zimbabwe e del Malawi, è parte degli aiuti che si stanno attivando in tutta la Chiesa cattolica e che coinvolgono, oltre a varie Conferenze episcopali, anche numerosi organismi di carità“.

L’aiuto del Papa nel dettaglio vuole essere destinato alle popolazioni del Mozambico, Zimbabwe e Malawi colpite dalle inondazioni provocate dal ciclone Idai.

Nel corso dell’ultima settimana – registra il dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale – le inondazioni provocate dal ciclone Idai hanno devastato intere aree tra Mozambico, Zimbabwe e Malawi. Il bilancio delle vittime – in ostante crescita – riferisce al momento di almeno 300 vittime accertate, migliaia di feriti e centinaia di migliaia di sfollati. Almeno un milione sarebbero le persone coinvolte nel disastro. Ingenti anche i danni strutturali: la settimana di intense piogge torrenziali ha raso al suolo decine di migliaia di case ed edifici pubblici, e ha interrotto le più importanti arterie stradali. La città di Beira, in Mozambico, è stata rasa al suolo e sono stati distrutti numerosi centri urbani e villaggi nei tre Paesi. Compromesse le reti idriche ed elettriche, come pure l’efficienza delle strutture sanitarie. Preoccupa il rischio di epidemie, mentre i soccorsi faticano a raggiungere le aree attraversate dal ciclone“.

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