Sopravvivere all’aborto, ecco le storie di 5 feti che ce l’hanno fatta per caso: “Meritavo ancora di vivere”

MeteoWeb

Si parla spesso di aborto, di leggi a protezione delle donne o dei feti, di diritto alla vita o di obiettori di coscienza. A volte si arriva a pensare all’aborto come alla soluzione più conveniente, senza soffermarsi a riflettere su quello che davvero significa: si sta interrompendo la vita di un essere vivente, non ancora fuori dal grembo materno ma comunque vivente e soprattutto innocente. Fatta eccezione per i casi in cui è in pericolo la vita della madre o del feto stesso, è quasi impossibile riuscire a comprendere le donne che decidono di abortire, come se fosse qualcosa di totalmente normale e comune, invece che partorire il bimbo per poi darlo in adozione, considerando che sono moltissime le persone al mondo che desiderano la gioia di un figlio e che non possono averla. Forse conoscere la storia e le testimonianze di quanti sono sopravvissuti ad un aborto farà vedere le cose e la vita da una prospettiva diversa.

Gianna Jessen

bambini sopravvissuti abortoGianna Jessen era stata nel grembo materno per 7 mesi prima che la donna decidesse di sottoporsi ad un aborto salino. Un aborto salino si verifica nel seguente modo: una soluzione salina (che include sostanze come salina, digossina, cloruro di potassio, prostaglandina) viene iniettata nell’utero materno e nel bambino. La soluzione lo avvelena, corrodendolo letteralmente dentro e fuori. Il feto soffrirà in queste condizioni per oltre un’ora fino alla morte e la madre dovrà partorirlo (ormai morto) dopo circa un giorno.

Gianna Jessen è invece sopravvissuta all’aborto, venendo alla luce ancora in vita. Alla piccola era stata diagnosticata una paralisi cerebrale a causa della mancanza di ossigeno durante la procedura di aborto. Ma dall’età di 4 anni, Jessen camminava con l’aiuto di un deambulatore, di tutori e della madre adottiva e oggi zoppica solo leggermente. “La morte non ha prevalso su di me e io sono così contenta!”, dichiara Jessen, che ora sostiene l’attivismo in favore della vita.

Melissa Ohden

bambini sopravvissuti abortoLa madre di Melissa Ohden era una studentessa di 19 anni quando ha scoperto di essere incinta. Convinta di esserlo da meno di 5 mesi, la donna ha avuto un aborto salino: la piccola è sopravvissuta ed è stato scoperto che era di circa 7 mesi. La bambina è stata adottata ed è cresciuta in una famiglia felice e amorevole. A 14 anni ha scoperto di essere sopravvissuta all’aborto, notizia che l’ha spinta alla ricerca dei suoi genitori biologici, che ha contattato e perdonato per aver tentato l’aborto. Oggi anche Ohden è un’attivista in favore della vita ed ha fondato Abortion Survivors Network (ASN), che ha l’obiettivo di educare il pubblico sugli aborti non riusciti e sui sopravvissuti, fornendo loro supporto emotivo e mentale. Oggi l’ASN ha raggiunto oltre 210 sopravvissuti all’aborto. “C’è qualcosa di sbagliato quando l’emancipazione delle donne è basata sul mettere fine alla vita di un altro essere umano”, sostiene Ohden.

Claire Culwell

bambini sopravvissuti abortoLa madre di Claire Culwell, Tonya Glasby, aveva solo 13 anni quando ha scoperto di essere incinta. I genitori le hanno fatto pressione per l’aborto e a 5 mesi ha intrapreso questa strada. Tuttavia, i dottori non sapevano che l’adolescente fosse in attesa di due gemelli e ha abortito solo uno dei due. Culwell invece è rimasta viva nell’utero materno. Dopo l’aborto, Tonya continuava a sentire scalciare, realizzando che era ancora incinta. Si è recata in un altro stato per avere un altro aborto, ma i dottori hanno considerato la procedura troppo rischiosa.

Claire è nata a 7 mesi con le anche dislocate e i piedi torti. Nonostante gli ostacoli affrontati a causa dell’aborto, Claire è stata adottata ed è cresciuta. All’età di 20 anni, ha iniziato a cercare la madre biologica. Quando l’ha trovata, ha condiviso con lei i suoi ricordi d’infanzia, l’ha perdonata e anche ringraziata per averle risparmiato la vita. “Ecco cosa significa sopravvivere ad un aborto. Le mie anche erano dislocate, avevo i piedi torti ed ero completamente ingessata per correggere quello che aveva provocato l’aborto. Ma meritavo ancora di vivere”, racconta Claire.

Josiah Presley

bambini sopravvissuti abortoUna donna della Corea del Sud era incinta di due mesi di Josiah Presley quando ha deciso di avere un aborto. Poco tempo dopo la procedura, ha realizzato di essere ancora incinta: l’aborto non era andato a buon fine. Allora ha scelto di dare alla luce il suo bambino per poi darlo in adozione. Josiah è nato con il braccio sinistro menomato a causa dell’aborto. È stato adottato da una famiglia degli Stati Uniti ed ha poi scoperto che la madre biologica aveva tentato l’aborto, il che ha scatenato dell’odio nei suoi confronti. Alla fine però è riuscito a perdonare la donna per quello che aveva fatto. “Cosa rende i bambini nati prematuri diversi da noi, oltre al fatto che sono innocenti e non posso difendersi contro questi enormi bulli da aborto che li uccidono?”, si chiede Presley.

Nik Hoot

bambini sopravvissuti abortoNel 1996, in Siberia, la madre di Nik Hoot ha scelto l’aborto quando era alla 24ª settimana di gravidanza e Hoot è nato con parti mancanti in entrambe le gambe e senza avere le dita pienamente sviluppate. I suoi genitori, Marvin ed Apryl Woodburn, lo hanno adottato dopo che un sacerdote ha detto loro che “dovevano rispettare tutte le forme di vita, anche quelle con disabilità”. A soli 2 anni, Hoot ha ricevuto le sue prime protesi per le gambe. Dopo solo un paio di settimane, camminava da solo. Ha sviluppato l’amore per lo sport e ha giocato a calcio, baseball, basket e oggi fa lotta libera, insistendo nonostante la sua disabilità.

Hoot è un’ispirazione per molti: se riesce ad ottenere simili risultati nonostante la triste realtà che deve affrontare, significa che non c’è limite a quello che ognuno di noi può fare, nonostante gli ostacoli da affrontare. “Ci sono cose che non riesco a fare, ma ci proverò lo stesso, imparerò a farlo”, dice Hoot.

I sopravvissuti all’aborto sono forse il messaggio più forte che si possa dare: sono la prova che tutta la vita, sia quella che ha visto la luce sia quella ancora nel grembo materno, deve essere rispettata. Sono la voce e il volto di tutti quei bambini che meritano di vivere e devono essere trattati con il rispetto e la dignità che meritano. Prima di considerare un aborto, è necessario comprendere quanto sia prezioso quel piccolo essere umano nel grembo di ogni donna. E niente potrebbe riuscirci meglio di queste testimonianze.

Condividi