“Avevo la pelle d’oca, anche la mia collega, eravamo insieme a un meeting, guardando lo schermo e’ venuta li’, sul grande schermo, questa foto; la mia collega pensava all’inizio fosse una simulazione e non ci poteva credere che era proprio l’osservazione, era la natura fotografata, fantastico“: cosi’ Kazi Rygl, intervistata dal Tg3 Emilia Romagna, racconta la sua incredibile esperienza. Olandese, 39 anni, vive a Bologna e dal 2015 lavora all’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf) che ha sede in città.
Insieme alla collega Elisabetta Liuzzo e a un’altro italiano, Ciriaco Goddi, ha collaborato alla realizzazione di quella che e’ stata definita la foto scientifica del secolo, la prima immagine di un buco nero. All’impresa, spiega la giovane ricercatrice, hanno lavorato 200 ricercatori in tutto il mondo con otto telescopi collaborando insieme “come un enorme telescopio che puo’ risolvere le scale piccolissime“. Nel futuro, nuove sfide. “Vogliamo misurare altri buchi neri – conclude Rygl – per esempio quello che sta nella nostra galassia”.