Certificati bianchi, verso soluzioni per semplificare il meccanismo

La conferenza Fire sui certificati bianchi, o Titoli di Efficienza Energetica (Tee), è stata l’occasione per dare voce alle parti interessate
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Lo stato di difficoltà in cui versa il meccanismo dei certificati bianchi ma anche un clima di dialogo dal quale emerge il tentativo di cercare delle soluzioni. Anche quest’anno la conferenza Fire sui certificati bianchi, o Titoli di Efficienza Energetica (Tee), è stata l’occasione per dare voce alle parti interessate dal meccanismo e metterle a confronto. Tra i presenti, insieme agli stakeholder, anche Daniele Novelli del Gse e il sottosegretario allo Sviluppo Economico Davide Crippa.
Dario Di Santo, direttore della Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia, ha fatto il punto sul meccanismo, evidenziando come si trovi oggi in una ‘selva oscura’, avendo smarrito la via di una regolazione ottimale e di una crescita adeguata agli obiettivi comunitari al 2030.
Nonostante ciò, spiega Di santo, “ci sono per fortuna segnali di apertura. Si fa strada il tentativo di individuare soluzioni per semplificare il meccanismo, consentendo così l’avvio di una valutazione più semplice anche se rigorosa. Il risultato sarebbe: più certezza per l’operatore che presenta le sue proposte ed un funzionamento migliore dello schema, inteso come un meccanismo di promozione degli investimenti“.
Fra gli elementi emersi durante l’appuntamento, ricorda Di Santo, “un maggiore dialogo, espresso anche dal Gse, quindi tavoli dedicati a superare le difficoltà, a individuare linee guida e a trovare soluzioni a problemi come il contenzioso. E, l’ha ricordato anche il Mise, un maggior coinvolgimento degli stakeholder nei processi decisionali che porteranno alle linee nuove guida“.
Il Mise – continua – ha anticipato che a breve ci saranno, appunto, sia delle nuove linee guida sul meccanismo sia una serie novità dal punto di vista legislativo per cercare di potenziare lo schema e, infine, un tavolo che voglia individuare le modalità con cui ridisegnare questo schema per renderlo efficace in un’ottica 2030“.
Insomma, come Dante, anche se senza la poesia della Divina Commedia, dalla selva oscura si può uscire grazie alla collaborazione fra tutti i portatori di interesse e a una visione chiara degli scopi dello strumento di policy“, conclude mostrando gli esiti di un’indagine condotta da Fire sul meccanismo, che ha confermato un clima di fiducia e di apertura da parte degli operatori e indicato alcune proposte di miglioramento.

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