La sonda giapponese Hayabusa2 ha lanciato un ordigno esplosivo sull’asteroide Ryugu: dovrebbe scavare un cratere sulla superficie del sasso spaziale. Ha liberato un piccolo robot munito di telecamera per registrare sia l’impatto sia l’esplosione e quindi ha lasciato cadere la carica esplosiva, chiamata small carry-on impactor (Sci), del peso di 9,5 kg mentre era a 500 metri dalla superficie del sasso cosmico.
La sonda si è in seguito allontanata per evitare di essere danneggiata dai detriti dell’esplosione o di scontrarsi con Ryugu.
Dopo la detonazione saranno necessarie due settimane perché Hayabusa2 ritorni alla posizione di partenza: dopo che polvere e detriti si saranno depositati, eseguirà osservazioni dall’alto e raccoglierà campioni.
Il cratere potrebbe avere un diametro di 10 metri se la superficie è sabbiosa o di 3 metri se rocciosa.
Hayabusa2, partita il 3 dicembre 2014 dal Centro Spaziale di Tanegashima in Giappone: è l’erede di Hayabusa, lanciata nel 2003, che ha raggiunto l’asteroide Itokawa nel 2005, riuscendo a riportare sulla Terra il materiale raccolto nel 2010.
Hayabusa2 è giunta in orbita intorno a Ryugu nel giugno scorso e ha rilasciato due rover sulla superficie nel mese di settembre. A ottobre, è stata la volta del lander Mascot che ha completato la discesa in sei minuti per poi rimbalzare sulla superficie ben otto volte, grazie alla bassissima gravità di Ryugu, riuscendo a fermarsi solo dopo mezz’ora. Mascot ha fornito una prima panoramica dell’asteroide, svelando un mondo totalmente roccioso, quasi del tutto privo di polveri in superficie. A seguito dei dati inviati dai tre veicoli JAXA ha deciso di provare ad effettuare il primo touchdown con campionamento il 22 febbraio. Il ritorno verso casa avverrà tra novembre e dicembre di quest’anno, con arrivo nel 2020.