Ambiente, l’allerta dei genitori a Taranto: “Ospedali pediatrici nelle città inquinate”

La realizzazione di ospedali pediatrici nelle citta' alle prese con i problemi dell'inquinamento industriale e del suo impatto sulla salute soprattutto dei piu' piccoli, e' stata chiesta oggi dal comitato "Niobe" di Taranto
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La realizzazione di ospedali pediatrici nelle citta’ alle prese con i problemi dell’inquinamento industriale e del suo impatto sulla salute soprattutto dei piu’ piccoli, e’ stata chiesta oggi dal comitato “Niobe” di Taranto in una conferenza stampa svoltasi a Roma alla Camera. Erano presenti i componenti del comitato, i genitori di alcuni bambini di Taranto morti per patologie da inquinamento: Carla Luccarelli, madre di Giorgio; Francesca Summa, madre di Syria; Donatella Saraceno, madre di Irene; Mauro Zaratta, padre di Lollo; e Cosimo Gori, padre di Francesco. Le richieste del comitato sono indirizzate principalmente al ministro della Salute, Giulia Grillo.

“L’obiettivo e’ accogliere tutti i genitori sul territorio nazionale, con la volonta’ di unire, tra di loro, le famiglie che hanno subito la perdita di un figlio per patologie riconducibili all’inquinamento, e far proprie le istanze di tutti i genitori da veicolare alle istituzioni tramite un canale preferenziale attraverso il quale dialogare e potersi relazionare”, dicono dal comitato. “Chiediamo – aggiungono – che nelle zone piu’ inquinate d’Italia vengano realizzati, sin da subito, ospedali pediatrici realmente capaci di far fronte alle varie patologie che i nostri figli sono costretti a subire. Solo a Taranto, ad esempio, a fronte di 40 bambini in cura, ci sono solo 3 posti letto nell’oncoematologia pediatrica del SS Annunziata”.

Per il comitato ‘Niobe’, “non e’ giusto che, oggi, proprio per la carenza di strutture di tal genere, i nostri figli, assieme alle loro famiglie, siano costretti a migrare in cerca di strutture sanitarie migliori. Chiediamo, proprio a fronte di cio’, un potenziamento delle strutture sanitarie esistenti, tramite una loro riqualificazione, che passi attraverso un incremento delle risorse professionali gia’ presenti, ed un centro di ricerca, finanziato con appositi fondi, al fine di rendere piu’ efficaci i protocolli di cura per le patologie riscontrate”.

In attesa che le nuove strutture di diagnosi e cura si facciano, il comitato ‘Niobe’ annuncia che “sta realizzando una rete che coinvolge l’intero territorio nazionale”. La finalita’, spiegano, e’ “provvedere alla sistemazione logistica delle famiglie meno abbienti, costrette ai ‘viaggi della speranza’ per patologie dei loro figli connesse all’inquinamento, al fine di garantire ai genitori la possibilita’ di poter stare al fianco dei propri piccoli angeli, concentrandosi esclusivamente su di loro”. “Chiediamo, infine, che tutte le coppie desiderose di mettere al mondo un figlio, nelle citta’ e nei siti maggiormente inquinati, siano sottoposte gratuitamente ad esami genetici accurati, al fine di conoscere eventuali problematiche che potrebbero trasmettere al loro bambino”.

Infine, il comitato ha espresso l’auspicio “che sia istituito un giorno di lutto nazionale, in ricordo di tutte le piccole vittime dell’inquinamento” e “come individuazione della data, avremmo piacere che fosse quella del 25 gennaio, giorno della scomparsa del piccolo Giorgio Di Ponzio, data e ragione per la quale questo comitato ha iniziato a prendere vita”. Giorgio Di Ponzio, 15enne, tarantino, residente nel rione Paolo VI, e’ morto per un tumore a gennaio scorso. Lo scorso 25 febbraio, a un mese dalla sua scomparsa, a Taranto si e’ svolta una fiaccolata silenziosa in ricordo di tutte le piccole vittime dell’inquinamento, con un corteo di diverse migliaia di persone che ha attraversato il centro della citta’.

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