“Da quando in Inghilterra si incomincio’ a bruciare il carbone con la macchina a vapore l’anidride carbonica presente nell’atmosfera comincio’ a crescere in continuazione dalle 300 parti per milione dell’epoca alle 414 di oggi, piu’ la CO2 continua a salire, piu’ nel mondo fara’ caldo”. Lo evidenzia il climatologo Luca Mercalli stamani a Genova all’inaugurazione della prima edizione del ‘Food & Green Village’.
“L’effetto dell’aumento della CO2 nell’aria fa aumentare la temperatura del pianeta come era stato predetto dagli studi del passato, il 2018 in Italia è stato l’anno più caldo degli ultimi duecento anni, nel mondo e’ stato il quarto anno più caldo. – spiega – Davanti a noi abbiamo due scenari principali: il primo ‘non fare niente’, secondo cui a fine XXI secolo sul pianeta potremmo avere anche 5 gradi in più, che sarebbero la catastrofe, dal punto di vista scientifico si usa la parola ‘ignoto’ per la specie umana. Un pianeta molto più caldo, con maggiori eventi estremi, innalzamento dei mari e migrazioni di massa”.
“Il secondo è la prudenza indicata dalla Nazioni Unite: mettiamo a dieta il sistema economico, via i combustibili fossili, secondo cui a fine secolo nel mondo potremmo avere 2 gradi in piu’, uno ce lo siamo gia’ presi, ce ne resta ancora uno da qui al 2100..”, aggiunge Mercalli invitando a “smettere di bruciare petrolio, carbone e gas che sono le fonti principali dell’aumento della CO2 nell’atmosfera”.
“Se vince il modello ‘business as usual’, che lascia l’economia andare avanti cosi’ com’e’, Venezia fra 80 anni sara’ visitata dai sub – prevede Mercalli – la carta del rischio di sommersione elaborata dall’Enea evidenzia come l’intero delta del Po verrebbe sommerso, vanno sott’acqua anche Rovigo, Chioggia, Comacchio, Ravenna, Iesolo”. “Se vengono rispettati gli impegni presi dall’Accordo di Parigi, il livello dei mari si alzera’ di mezzo metro, mettendo comunque a rischio interi territori”, conclude Mercalli.