Salute, Italia divisa: differenze geografiche, economiche e sociali influenzano il benessere

Un Paese fatto di differenze: il report sulla salute coordinato dall'ISS pone l'attenzione sul contrasto alle disuguaglianze sociali, geografiche ed economiche
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Tre italiani su dieci non credono di godere buona Salute, ma quelli con più “acciacchi” sono le persone poco istruite o che vivono al Sud. E’ quello che emerge dal monitoraggio svolto dalla “Sorveglianza Passi” nel quadriennio 2015-2018, coordinata dall’Istituto superiore di sanità per le ASL.

Nella Salute percepita, nel benessere psicologico e nella qualità di vita, come pure nell’accesso alla prevenzione per la diagnosi precoce dei tumori e nell’adesione a misure di sicurezza per la prevenzione degli incidenti stradali – precisa l’ISS – c’è sempre un chiaro gradiente a sfavore delle persone socialmente più vulnerabili per difficoltà economiche o bassa istruzione (senza titolo di studio o al più con licenza elementare)”.

A questo si aggiungono le differenze territoriali e il gap Nord-Sudè sempre significativo a sfavore del Sud, dove è più alta la prevalenza di fumatori, sedentari, obesi, diabetici, ipertesi e persone che, in generale, non adottano stili di vita salutari“. I dati della Sorveglianza Passi “aggiornati al 2018 – afferma Maria Masocco, responsabile all’ISS del coordinamento nazionale Passi – confermano significative differenze sociali nella Salute e nell’accesso alla prevenzione che si aggiungono alle differenze geografiche a svantaggio delle regioni del Sud e delle Isole, dove povertà e carenza nell’offerta di programmi di prevenzione e di servizi cura si concentrano. È dunque necessario continuare a porre l’attenzione su questi aspetti, con una lettura trasversale dei dati proprio in questa ottica, per programmare e ri-orientare adeguatamente le politiche di contrasto alle disuguaglianze in Salute“.

Fra i comportamenti non salutari, unica eccezione è il consumo alcolico a rischio per la Salute – per quantità e modalità di assunzione – che resta prerogativa delle classi sociali più abbienti, senza difficoltà economiche e alto livello di istruzione, residenti nel Nord e in particolare nel Nord-Est del Paese. I dati mostrano inoltre che le persone con istruzione più bassa, maggiori difficoltà economiche e i cittadini stranieri si sottopongono meno frequentemente ai test di diagnosi precoce dei tumori della mammella, del collo dell’utero e dell’intestino.
“Resta significativo il gradiente geografico Nord-Sud a sfavore delle Regioni meridionali, determinato prevalentemente dalla minore offerta di programmi di screening organizzati in queste Regioni“, precisa l’ISS.

Anche l’uso dei dispositivi di sicurezza alla guida – il casco in moto o le cinture anteriori e posteriori in auto – mostra differenze socio-culturali: le persone con difficoltà economiche o bassa istruzione ne fanno un uso meno frequente. L’uso del casco in moto, abitudine costante dal 96% degli intervistati che viaggiano sulle due ruote, è meno frequente fra le persone con molte difficoltà economiche 93% e fra le persone con bassa istruzione 89%. Lo stesso accade per l’uso delle cinture anteriori in auto, riferito dall’85% come abitudine costante, che scende al 76% fra le persone con difficoltà economiche e al 78% fra i meno istruiti. Mentre le cinture posteriori, malgrado la normativa, restano ancora poco utilizzate e solo il 21% le usa sempre quando viaggia in auto come passeggero, quota che scende al 16% fra le persone con difficoltà economiche e al 19% fra le persone con bassa istruzione.

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