Allarme ONU: “Rischiamo l’apartheid climatico, i diritti umani potrebbero non sopravvivere”

"Rischiamo lo scenario di un “apartheid climatico” in cui i ricchi pagano per sfuggire al surriscaldamento, alla fame e ai conflitti mentre il resto del mondo è lasciato a soffrire”, afferma Philip Alston, relatore speciale dell'Onu sull'estrema povertà e i diritti umani
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Il mondo è sempre più a rischio di un “apartheid climatico”, dove i ricchi pagano per sfuggire al caldo e alla fame causati dalla crisi climatica mentre il resto del mondo continua a soffrire, secondo una relazione di Philip Alston, relatore speciale dell’Onu sull’estrema povertà e i diritti umani. Alston afferma che gli effetti del riscaldamento globale probabilmente indeboliranno non solo i diritti fondamentali alla vita, all’acqua, al cibo e alla sistemazione di centinaia di milioni di persone, ma anche la democrazia e lo stato di diritto.

Alston è critico nei confronti dei passi “palesemente inadeguati” compiuti dall’ONU stessa, dai Paesi, delle ONG e dalle aziende, sostenendo che sono “completamente sproporzionati all’urgenza e alla porta della minaccia”. La sua relazione al Consiglio dei diritti umani dell’ONU conclude: “I diritti umani potrebbero non sopravvivere allo sconvolgimento imminente”.

cambiamenti climatici cartello

La relazione condanna anche Donald Trump perché “mette attivamente a tacere” la climatologia e critica il presidente brasiliano Jair Bolsonaro per la promessa di aprire la foresta amazzonica all’industria mineraria. Ma Alston ha sottolineato anche alcuni sviluppi positivi, come le cause legali contro stati e aziende di combustibili fossili, l’attivismo di Greta Thunberg e gli scioperi scolastici per il clima e infine il movimento di Extinction Rebellion.

La relazione di Alston sui cambiamenti climatici e la povertà, che sarà presentata formalmente al Consiglio dei diritti umani venerdì 28 giugno, afferma che l’effetto più grande della crisi climatica si avrà su quanti vivono in povertà, con molti che perderanno l’accesso a cibo ed acqua. “I cambiamenti climatici minacciano di annullare gli ultimi 50 anni di progresso nello sviluppo, nella salute globale e nella riduzione della povertà”, sostiene Alston. I Paesi in via di sviluppo soffriranno il 75% dei costi della crisi climatica, nonostante la metà più povera della popolazione mondiale provochi solo il 10% delle emissioni di anidride carbonica. Gli effetti della crisi climatica potrebbero aumentare le divisioni: “Rischiamo lo scenario di un “apartheid climatico” in cui i ricchi pagano per sfuggire al surriscaldamento, alla fame e ai conflitti mentre il resto del mondo è lasciato a soffrire”, afferma Alston.

cambiamenti climaticiI trattati climatici internazionali sono stati inefficaci, continua la relazione, e persino l’Accordo di Parigi del 2015 lascia ancora il mondo sulla strada verso un catastrofico riscaldamento di 3°C senza ulteriori azioni: “Gli Stati hanno superato qualsiasi soglia di allarme scientifico e quello che una volta era considerato un riscaldamento catastrofico ora sembra lo scenario migliore”.

La relazione di Alston arriva proprio nei giorni in cui in Europa sta iniziando una estrema ondata di caldo africano in grado di battere numerosi record storici nei settori cento-occidentali del continente, Nord Italia incluso, dove già stamattina sono state registrate minime di +27°C. Anche l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ha avvisato sui pericoli di questa intensa ondata di caldo, sottolineando la possibilità di superare i +40°C in alcune zone del continente e la reazione tra le ondate di caldo di inizio stagione e un più alto tasso di mortalità.

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