Sanità: Agenas, si riduce la mortalità per infarto grazie a una migliore assistenza

Il dato conferma che nel nostro Paese la mortalità a 30 giorni dall'infarto del miocardio è tra le più basse nei paesi occidentali
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Si riduce il rischio di morte nei 30 giorni dopo un infarto. In Italia, infatti, la mortalità è passata, dal 10,4% del 2010 all’8,3% del 2017. Un dato che indica un miglioramento delle cure e della prevenzione secondaria offerta dal servizio sanitario italiano. Con una crescita di qualità dell’intero processo assistenziale, a partire dall’accesso ai servizi di emergenza. Lo indica l’edizione 2018 del Programma nazionale ‘Esiti’ realizzato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), sui dati 2017 presentato questa mattina a Roma da Maria Chiara Corti, coordinatrice delle attività del programma ‘Esiti’.
Il dato conferma che nel nostro Paese la mortalità a 30 giorni dall’infarto del miocardio è tra le più basse nei paesi occidentali. Per quanto riguarda l’ictus, invece, la mortalità a 30 giorni dopo un episodio ischemico, comunque bassa rispetto ad altre popolazioni occidentali, rimane stabile intorno all’11%. Sempre per quanto riguarda l’infarto si registra una bassa variabilità regionale, con valori che oscillano a seconda delle strutture ospedaliere da un minimo dello 0% al 25%.

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