I ghiacci in Antartide si stanno riducendo improvvisamente a ritmo elevato: il ghiaccio galleggiante del continente è aumentato costantemente dal 1979 e ha raggiunto un livello record nel 2014, mentre 3 anni dopo l’estensione media annuale del ghiaccio marino dell’Antartico ha toccato il suo punto più basso.
L’allarme viene lanciato da una ricerca condotta dalla NASA, basata su dati satellitari.
“Il fatto che un cambiamento così grande possa accadere in così poco tempo dovrebbe essere considerato un’indicazione che la Terra ha il potenziale per un cambiamento significativo e rapido“, ha spiegato Waleed Abdalati, glaciologo dell’Università del Colorado.
Intorno all’Antartide, il ghiaccio marino nel 2014 si estendeva in media per 12,6 milioni di km quadrati (4,9 milioni di miglia quadrate): nel 2017 ha raggiunto un record minimo di 10,6 milioni di km quadrati (4,1 milioni di miglia quadrate). Una differenza pari alla grandezza del Messico.
Come spiega Mark Serreze, direttore del Centro nazionale dati su neve e ghiaccio, “non si sa se questo sia una deviazione naturale che andra’ avanti per lungo tempo. L’Antartide finora non aveva mostrato i segni del riscaldamento globale nella stessa misura dell’Artico“.
Nelle regioni polari i ghiacci crescono durante l’inverno, e si restringono in estate. “Una perdita del genere in soli 3 anni e’ incredibile – commenta la climatologa Claire Parkinson, che ha coordinato lo studio – I ghiacci marini antartici sono aumentati leggermente nel 2018, ma questo e’ il valore piu’ basso registrato dal 1979. Anche se in questa epoca dell’anno sono in crescita, i livelli registrati a maggio e giugno di quest’anno segnano un record negativo, superando quelli del 2017“. Quanto i ghiacci marini antartici stavano crescendo in modo stabile, “lo si addebitava al vento, la pressione e i cambiamenti nella circolazione oceanica, o altri fenomeni climatici regolari come la corrente del Nino. Ma ora non c’e’ una spiegazione – conclude – E’ un mistero“.