Intere piantagioni di mais nell’Astigiano colpite duramente dalla “Diabrotica”

La "Diabrotica" è un insetto letale per il mais in quanto si nutre direttamente delle sue radici
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Pesanti conseguenze per il comparto agricolo in alcune zone dell’Astigiano in seguito al nubifragio che si è abbattuto sul nostro territorio nelle giornate di domenica 14 e lunedì 15 luglio.
La pioggia abbondante e le forti raffiche di vento hanno letteralmente coricato numerose piantagioni di mais nella zona est della provincia, nei comuni dell’Isolone, interessando principalmente i comuni di Castello di Annone e Rocchetta Tanaro.
A seguito di alcuni sopralluoghi, i tecnici di Confagricoltura Asti hanno però scoperto la vera causa di questa ennesima sciagura rilevando la presenza della “Diabrotica“, un insetto letale per il mais in quanto si nutre direttamente delle sue radici. Originaria degli Stati Uniti, è stata avvistata in Europa, a partire dal 1992, in area balcanica e da lì si è poi diffusa nelle aree circostanti. Nel 1998 ha fatto la sua prima comparsa in Italia, nelle regioni di Lombardia, Piemonte, Trentino, Friuli, Emilia Romagna. L’opera distruttiva della diabrotica nell’Astigiano risale ormai al 2008 con una perdita costante di produzione del 15/20%. Colpisce principalmente il mais in quanto è l’unica pianta che consente lo sviluppo di popolazioni elevate e che può subire danni gravi ma, occasionalmente, le larve possono svilupparsi su altre graminacee.
Fino al 2014 era in vigore un programma di finanziamento da parte della Regione Piemonte per la creazione di sistemi di monitoraggio sulle colture. Purtroppo questo progetto non è più stato rinnovato e oggi le aziende non possono più beneficiare di questo contributo regionale.
I repentini cambiamenti climatici uniti alla proliferazione della diabrotica stanno diventando un vero e proprio flagello per le colture di mais”, afferma Enrico Masenga, tecnico specialista di settore di Confagricoltura Asti. Gli fa eco il direttore Mariagrazia Baravalle: “Chiediamo a gran voce, insieme ai nostri agricoltori, un intervento delle istituzioni affinché vengano ripristinati i finanziamenti per il monitoraggio che permette di individuare i metodi di lotta idonei e gli interventi mirati a contrastare questo parassita”.

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