Combattere i tumori prima che si manifestino: l’analisi del Dna è in grado di prevenire la malattia

Combattere i tumori prima che si manifestino attraverso ll'analisi del Dna: uno studio internazionale ha rivelato la possibilità di prevenirli
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Combattere i tumori con la prevenzione: la lotta parte dall’analisi del Dna. Lo dimostra uno studio pubblicato su ‘Cell Death & Disease’ da un gruppo internazionale di esperti coordinato dai ricercatori di Bioscience Genomics, spin-off partecipato dall’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ e da Bioscience Institute di San Marino. Il gruppo di ricercatori e clinici è costituito da scienziati dell’ospedale universitario di Basilea (Svizzera), Roma Tor Vergata e Trieste, degli ospedali di Cremona e del Memorial Sloan Kettering Cancer Centre di New York (Stati Uniti), insieme al gruppo di ricerca di Bioscience Genomics.

cura tumori asteroidiLa lotta al cancro può così iniziare prima che la malattia si presenti: l’analisi del Dna libero circolante (cell-free Dna, cfDna) risulta utile molto prima, anche in assenza di tumori. Gli autori hanno dimostrato la validità dell’approccio basato su un algoritmo brevettato da Bioscience, che si avvale di tecniche avanzate di sequenziamento del Dna nell’individuazione delle alterazioni genetiche che precedono lo sviluppo del cancro (prodromiche) e quindi in individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato alcun tumore.

Ora nuovi investimenti, annuncia una nota dell’ateneo romano, permetteranno di espandere questo approccio a livello internazionale. Il programma di prevenzione precoce è denominato Helixafe e ha l’obiettivo di identificare sottopopolazioni di individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato un cancro. Una ‘rivoluzione‘ considerando che gli attuali approcci diagnostici consentono di individuare il tumore solo quando è già sviluppato ed ha una dimensione tangibile.

Con l’approccio proposto si punta a studiare la cosiddetta fase prodromica del tumore, cioè la fase totalmente asintomatica in cui il tumore non è ancora presente ma alcune cellule nell’organismo hanno iniziato ad accumulare alterazioni genomiche, manifestando un fenomeno associato allo sviluppo del cancro: l’instabilità genomica. Sono tanti, oramai, i farmaci ed i prodotti biologici che hanno un’efficacia chemio-preventiva e che quindi possono essere usati per scopi preventivi rispetto ad un alto rischio di tumore. Questo studio rappresenta quindi un primo importante traguardo nella strada verso lo sviluppo di nuove applicazioni per la biopsia liquida. Studi prospettici di più ampie dimensioni permetteranno di confermare l’utilità clinica di questo approccio.

“Siamo entusiasti – ha detto Giuseppe Mucci, Ceo di Bioscience Institute – che il lavoro di validazione sia stato pubblicato su una rivista così importante. A breve assoceremo a Helixafe, che monitora l’instabilità genetica, anche la valutazione dell’infiammazione cronica e dell’equilibrio batterico intestinale che sinergicamente contribuiscono allo sviluppo del tumore. Il nostro concetto di medicina si basa sull’analizzare, monitorare e combattere le condizioni fisiopatologiche che promuovono le malattie per migliorare la qualità della vita e ridurre l’impatto delle cure nelle persone che si ammalano”.

Per Giuseppe Novelli, rettore dell’Università Tor Vergata, “si tratta di un primo importante passo nella strada verso una rapida applicazione clinica della genomica in oncologia. Ora sappiamo di avere a disposizione una solida tecnologia che permetterà il passaggio dal laboratorio alla pratica. Oltre a effettuare studi di questo tipo – ha però aggiunto Novelli – è essenziale anche assicurarsi che l’attuale e le nuove generazioni di medici abbiano a disposizione tutti gli strumenti necessari per comprendere l’immenso potenziale della genomica in ambito medico. Mentre progrediamo con nuovi studi, dobbiamo anche aumentare la loro consapevolezza”.

Dello stesso avviso Mucci. “Siamo pronti a investire ancora di più nel campo della genomica e della medicina di precisione, ma allo stesso tempo vogliamo assicurarci che i medici siano pronti a recepire il nostro approccio altamente tecnologico. Per questo la formazione è essenziale. Prossimamente organizzeremo corsi di educazione continua in medicina (Ecm) focalizzati sui test molecolari, sulla caratterizzazione genomica e sulla medicina di precisione. Sarebbe questo un obiettivo da condividere con le aziende farmaceutiche che tanto stanno investendo nello sviluppo di farmaci personalizzati e che per essere utilizzati hanno bisogno di un approccio biomolecolare come il nostro e quindi sono aperto a ogni collaborazione con il settore pharma per iniziative di educazione condivise”.

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