Festival della scienza: il restauro ambientale per preservare l’arte

Nell'ambito delle nuove sfide poste dai cambiamenti atmosferici e climatici il rapporto tra arte e scienza deve puntare all'interdisciplinarità per salvaguardare il patrimonio culturale
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Nell’ambito delle nuove sfide poste dai cambiamenti atmosferici e climatici il rapporto tra arte e scienza deve puntare all’interdisciplinarità per salvaguardare il patrimonio culturale. Quanto sia importante prevenire e guardare oltre il visibile è emerso dalla tavola rotonda ‘Leonardo Da Vinci. Lunga vita all’Ultima Cena’, che si è tenuta nel corso del Festival della scienza di Genova.

Il restauro ‘ambientale dell’ex-Refettorio di Santa Maria delle Grazie dove è custodita l’Ultima Cena è stato un progetto interdisciplinare, che ha dimostrato come arte e scienza si possono e si debbano incontrare per preservare le opere d’arte del deterioramento. Le ricerche hanno permesso di potenziare e perfezionare il sistema di trattamento e condizionamento dell’aria, evitando il rischio di immissione di polveri sottili e di microrganismi dannosi per l’integrita’ dell’opera. I maggiori nemici del celebre dipinto di Leonardo sono il clima, l’inquinamento e i microorganismi portati dal visitatore.

“Abbiamo studiato le problematiche inerenti all’ambiente in cui è conservato il dipinto – spiega Ezio Giovanni Bolzacchini, professore di Chimica dell’Ambiente e dei Beni Culturali – che tende a essere molto sensibile all’inquinamento atmosferico. Abbiamo analizzato per la prima volta gli effetti delle nano particelle e gli effetti dell’ammoniaca, che introduciamo noi entrando nella sala. Questo ha permesso di potenziare il sistema di filtraggio”.

Altro aspetto fondamentale è quello dell’umidità dell’aria e della temperatura, mantenute in un range costantemente monitorato. “Per preservare e rendere fruibile al maggior numero di spettatori possibili questo straordinario dipinto – spiega Chiara Rostagno, specialista in restauro – abbiamo dovuto spingere lo sguardo oltre il visibile e ci siamo avvalsi della scienza”. 

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