Uccisa aquila di Bonelli in Sardegna, WWF: “Un crimine ai danni della biodiversità, pronti alle vie legali”

Il WWF Italia è capofila del progetto Life ConRaSi e collabora con il progetto Aquila A-Life per riportare in Sardegna almeno 25 individui di aquila di Bonelli
MeteoWeb

L’uccisione a fucilate di Tepilora, una giovane femmina di aquila di Bonelli liberata nel 2018 in un’area protetta in provincia di Nuoro nell’ambito del progetto internazionale Aquila A-Life, è un crimine ai danni della biodiversità nazionale ed europea“: lo afferma il WWF in una nota.
L’Aquila di Bonelli “è un rapace estremamente raro e protetto, che si nutre prevalentemente di piccoli mammiferi ed uccelli, innocuo per gli allevatori perché incapace di sollevare da terra animali di grossa taglia. Questa specie è scomparsa dalla Sardegna nel secolo scorso a causa di uccisioni e furto di pulcini dai nidi e, oggi come allora, gli stessi odiosi fenomeni rischiano di vanificare lo sforzo che il WWF Italia sta compiendo per consentire a questo magnifico animale di tornare a solcare i cieli dell’isola.
Nonostante la Sardegna presenti un elevato livello di idoneità ambientale per la specie, fenomeni deprecabili come il bracconaggio continuano a rappresentare una vera e propria piaga per animali rari e protetti, per la cui protezione vengono investite ogni anno importanti risorse pubbliche, sia a livello internazionale sia nazionale. Queste risorse vengono tradotte in progetti a cui partecipano, con enorme dedizione, decine e decine di specialisti, di enti pubblici e di organizzazioni private. ”
Il WWF Italia è capofila del progetto Life ConRaSi (Conservazione Rapaci in Sicilia) e collabora con il progetto Aquila A-Life per riportare in Sardegna entro il 2024 almeno 25 individui di aquila di Bonelli al fine di ricostituire uno stock di coppie capace di rigenerare, in maniera autonoma, una popolazione vitale nel lungo periodo.
Il WWF sta predisponendo, attraverso il suo ufficio legale, “ogni azione necessaria al fine di collaborare con la magistratura e con gli organi inquirenti per assicurare alla giustizia chi si è reso autore di un reato così grave“.

Condividi