Green deal Ue, 100 miliardi alle regioni vulnerabili: “Perché nessuno deve restare indietro”

Il nuovo Meccanismo dovrà supportare il passaggio verso l'uso di fonti rinnovabili delle "regioni e dei settori più colpiti dalla transizione"
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Mettendo do in atto la “nuova strategia di crescita” del Green deal, “dobbiamo essere sicuri che nessuno resti indietro, perché o questa strategia funziona per tutti, o per nessuno“. Perciò con il “Meccanismo per una transizione equa abbiamo l’ambizione di mobilitare 100 miliardi per le regioni e i settori più vulnerabili“: lo ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, presentando il Green deal. Il nuovo Meccanismo dovrà supportare il passaggio verso l’uso di fonti rinnovabili delle “regioni e dei settori più colpiti dalla transizione perché dipendono da fonti fossili o da processi che richiedono un uso intensivo del carbone“. I dettagli del nuovo strumento saranno svelati nella prima metà di gennaio 2020, ma l’esecutivo ha già fatto sapere che “userà una combinazione di diverse fonti di finanziamento: bilancio Ue, bilanci nazionali, Bei e incentivi agli investimenti privati“.

Farà parte del meccanismo anche un nuovo Fondo per la transizione equa che sarà “implementato all’interno della politica di coesione, sarà accompagnato da un’assistenza tecnica su misura” e maggiore flessibilità nell’applicazione delle norme sugli aiuti di Stato. Tale strumento sarà cofinanziato dagli Stati membri e, nelle intenzioni dell’esecutivo, attrarrà nuovi investimenti sfruttando l’effetto leva dei fondi Fesr e Fse plus. Nella sua comunicazione sul ‘Green deal’ la Commissione sottolinea che “continuerà a lavorare per dare più forza alle comunità locali e regionali” attraverso la ‘Iniziativa urbana europea’ e in coordinamento anche con Il Patto dei sindaci per il clima. Un’attenzione particolare sarà riservata poi alle regioni ultraperiferiche e alle isole, “tenendo conto della loro vulnerabilità al cambiamento climatico e ai disastri naturali“.

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