Greta Thunberg canta Bella Ciao, come se l’ambiente fosse una questione di colore politico: l’incoerenza di una giovane strumentalizzata

L'ambiente non dovrebbe avere nulla a che vedere con la politica: eppure Greta è ormai un burattino nelle mani di pochi, alla faccia dell'ambiente
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Greta Thunberg, l’attivista svedese che si batte contro il Cambiamento Climatico e in particolare contro le azioni dell’uomo che lo influenzerebbero, è arrivata venerdì a Torino, dove è stata accolta dai giovani del movimento Fridays for Future. Greta ha parlato, dal palco allestito in piazza Castello, di emergenza climatica richiamando le istituzioni ad agire in maniera responsabile. Dopo il suo discorso l’adolescente, che indossava l’inseparabile impermeabile cerato gialla e un berretto verde, insieme ai ragazzi di FfF ha cantato, in inglese, Bella Ciao.

Una conclusione infelice, che per l’ennesima volta connota politicamente un movimento che dovrebbe essere apartitico e apolitico, in quanto si tratta di ambiente, che nulla ha a che vedere con destra, sinistra o altri parti politiche non ben definite. Cantare lo storico e significativo inno dei partigiani è il modo più sbagliato per avvicinare e sensibilizzare al tema ambientale una larga fascia di giovani che non si accosta alle ideologie di chi, al giorno d’oggi ed erroneamente, utilizza Bella Ciao come inno della sinistra.

Una scorrettezza bella e buona, insomma, che sembra decisa a tavolino da chi ha la tendenza a sentirsi superiore al resto del mondo, da chi crede di avere l’unica verità in tasca, da chi non ha davvero intenzione di salvare l’ambiente, ma vuole solo strumentalizzare un personaggio come Greta per legittimare la propria ideologia e farla passare come l’unica ‘bella, buona e giusta’.

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