Dagli incendi alla fine della civiltà umana: perché le affermazioni apocalittiche sul clima sono sbagliate

Ci sono prove che la visione catastrofista dei cambiamenti climatici sia controproducente perché aliena e divide molte persone: ecco allora un insieme di affermazioni catastrofiste sbagliate
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I cambiamenti climatici sono una questione di cui si dibatte molto negli ultimi tempi e quello che succede nel mondo troppo spesso viene associato con facilità ad essi. Ed è così che nascono previsioni e affermazioni apocalittiche che poco o nulla hanno di vero. Per esempio, molti credono che gli incendi in Australia creati dai cambiamenti climatici abbiano reso i koalafunzionalmente estinti”, che “miliardi di persone” moriranno e che la “vita sulla Terrafinirà nei prossimi anni a causa del clima. Poi c’è Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che si batte per il clima e che meglio di chiunque altro rappresenta l’allarmismo che permea il tema dei cambiamenti climatici. “Intorno al 2030, saremo in una posizione per scatenare un’irreversibile reazione a catena oltre il controllo umano che porterà alla fine della nostra civiltà così come la conosciamo”, sostiene Greta. Alexandria Ocasio-Cortez, politica e attivista statunitense a favore di un Green New Deal, invece afferma che “il mondo finirà entro 12 anni, se non affrontiamo i cambiamenti climatici”.

Extinction RebellionAffermazioni apocalittiche come queste hanno degli effetti sul mondo reale. Un gruppo di psicologi britannici ha affermato che i bambini soffrono sempre più di ansia a causa di questi spaventosi discorsi sui cambiamenti climatici. Ad ottobre, un attivista di Extinction Rebellion, gruppo ambientalista fondato nel 2018 per commettere atti di disobbedienza civile al fine di creare consapevolezza sul rischio che secondo i suoi fondatori e sostenitori i cambiamenti climatici creano all’esistenza umana, è stato picchiato in una stazione metropolitana di Londra da pendolari infuriati. Non molto tempo fa, un co-fondatore di Extinction Rebellion ha addirittura detto che “sta avvenendo di nuovo” un genocidio come l’Olocausto (!!!) “su una scala molto più grande e in bella vista” a causa dei cambiamenti climatici.

Ci sono prove che la visione catastrofista dei cambiamenti climatici sia controproducente perché aliena e divide molte persone. Esagerare i rischi legati ai cambiamenti climatici, inoltre, ci distrae da altre importanti questioni. Ecco allora un insieme di affermazioni catastrofiste sbagliate, che non hanno alcun fondamento scientifico.

Fine della civiltà umana

cambiamenti climaticiI catastrofisti del clima sostengono che “i nostri bambini moriranno nei prossimi 10-20 anni” per “l’immigrazione di massa a causa di prolungate siccità nei Paesi del mondo”, citando a tal proposito gli incendi in Indonesia, Amazzonia, Siberia e Artico. Non ci sono, però, prove scientifiche credibili che dimostrano che i cambiamenti climatici minacciano il collasso della civiltà, men che meno l’estinzione della specie umana. L’IPCC fa notare che “ci sono prove robuste di disastri che dislocano le persone nel mondo ma prove limitate che i cambiamenti climatici o l’aumento del livello del mare siano la causa diretta”. E per quanto riguarda la migrazione di massa, l’IPCC riporta che “la maggior parte dei movimenti di popolazione risultanti tende a verificarsi entro i confini dei Paesi colpiti”.

Lo scorso gennaio, i climatologi hanno criticato Ocasio-Cortez per aver detto che il mondo finirà in 12 anni. Eppure lo sviluppo economico ci ha resi meno vulnerabili, come testimonia il declino del 99,7% del numero di vittime a causa di disastri naturali dal picco nel 1931. In quell’anno, morirono 3,7 milioni di persone a causa di disastri naturali. Nel 2018, le vittime sono state solo 11.000 e questo calo si è verificato in un periodo in cui la popolazione globale è quadruplicata.

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Aumento del livello dei mari

Un terzo dei Paesi Bassi si trova sotto il livello del mare e alcune delle sue aree si trovano addirittura 7 metri al di sotto. I Paesi Bassi si sono adattati a vivere sotto il livello del mare 400 anni fa e il miglioramento della tecnologia negli anni ha aiutato molto nel processo.

Carestie e morte di massa

cambiamenti climatici siccità mondoQui non si tratta di scienza ma di fantascienza. Oggi, l’uomo produce cibo a sufficienza per 10 miliardi di persone, il 25% in più di quello di cui abbiamo bisogno, e le ricerche scientifiche prevedono un aumento di queste cifre, non un calo. La FAO prevede che le rese delle colture aumenteranno del 30% entro il 2050 e che le parti più povere del mondo, come l’Africa subsahariana, dovrebbero vedere aumenti dell’80-90%. Nessuno sta dicendo che i cambiamenti climatici non avranno influenze negative sulle rese delle colture. Potrebbe essere ma questi cali dovrebbero essere visti in prospettiva. La produzione di grano è aumentata del 100-300% nel mondo dagli anni ’60, mentre uno studio di 30 modelli ha svelato che i raccolti calerebbero del 6% per ogni aumento di 1°C nella temperatura.

cambiamenti climatici piantaPiù che dai cambiamenti climatici, i tassi della crescita dei raccolti futuri dipendo dal fatto se le nazioni povere avranno accesso a trattori, irrigazione e fertilizzanti, afferma la FAO. Tutto questo spiega perché l’IPCC anticipa che i cambiamenti climatici avranno un modesto impatto sulla crescita economica. Entro il 2100, l’IPCC prevede che l’economia globale sarà più grande del 300-500% rispetto ad oggi. Sia l’IPCC che William Nordhaus, economista vincitore del Nobel, prevedono che un riscaldamento di 2,5°C e 4°C ridurrebbe il prodotto interno lordo del 2% e del 5% nello stesso periodo.

Estinzione degli animali

I cambiamenti climatici potrebbero minacciare un milione di specie nel mondo e la metà di tutti i mammiferi, rettili e anfibi in diverse parti del mondo. Ma non stiamo mettendo in pericolo la nostra stessa sopravvivenza, come affermano i catastrofisti. Per quanto le estinzioni animali siano tragiche, non minacciano la civiltà umana. Se vogliamo salvare le specie in pericolo, dobbiamo farlo perché ci preoccupiamo della fauna per ragioni etiche o spirituali, ma non per questioni di sopravvivenza. Esagerare il rischio e suggerire che i cambiamenti climatici siano più importanti di cose come la distruzione degli habitat è controproducente.

AFP/LaPresse

Per esempio, gli incendi in Australia non stanno portando i koala all’estinzione. L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) considera i koala come “vulnerabili”, che è un livello meno rispetto a “in pericolo”, due livelli meno rispetto a “gravemente in pericolo” e 3 livelli in meno rispetto ad “estinti”. Questo non significa che non bisogna preoccuparsi per i koala, il cui numero è sceso notevolmente, ma questi animali affrontano minacce più grandi, come la distruzione dell’habitat, malattie, incendi e specie invasive. Il tutto significa che il clima potrebbe cambiare drasticamente e noi potremmo comunque salvare i koala o che il clima potrebbe cambiare di poco e i koala potrebbero estinguersi lo stesso. Concentrarsi solo sul clima distoglie la nostra attenzione da altre minacce per i koala e da altre opportunità per proteggerli, come proteggere ed espandere il loro habitat.

Incendi

AP/LaPresse

Sugli incendi uno dei principali scienziati dell’Australia ha spiegato: “Le perdite dovute agli incendi possono essere spiegate dalla maggiore esposizione delle abitazioni alla boscaglia incline agli incendi. Non devono essere invocate altre influenze. Quindi, anche se i cambiamenti climatici avessero svolto un piccolo ruolo nel modulare i recenti incendi – e non possiamo escluderlo – eventuali effetti sul rischio per le proprietà sono chiaramente oberati dai cambiamenti nell’esposizione”. E gli incendi non sono solamente dovuti alla siccità, che è comune in Australia ed eccezionale quest’anno. “I cambiamenti climatici stanno svolgendo il loro ruolo qui, ma non sono la causa di questi incendi”, ha detto Richard Thornton del Bushfire and Natural Hazards Cooperative Research Centre dell’Australia.

AFP/LaPresse

La stessa cosa vale per gli incendi negli Stati Uniti. Nel 2017, studiando 37 regioni diverse, gli scienziati hanno scoperto che “l’uomo non solo può influenzare i regimi di incendio, ma la sua presenza può superare o neutralizzare gli effetti del clima”. Delle 10 variabili che influenzano gli incendi, “nessuna era importante quanto le variabili antropogeniche”, come costruire case vicino alle foreste e gestire gli incendi e la crescita dei combustibili legnosi al loro interno.

Cosa dicono gli esperti

cambiamenti climatici cartelloI climatologi stanno iniziando a respingere le esagerazioni degli attivisti e dei catastrofisti in generale. “Anche se molte specie sono minacciate dall’estinzione, i cambiamenti climatici non minacciano l’estinzione umana. Non mi piacerebbe vederci motivare le persone a fare la cosa giusta facendo loro credere qualcosa che è falso”, afferma Ken Caldeira (Stanford). Sul fatto che i cambiamenti climatici possano minacciare la civiltà,Tom Wigley, climatologo australiano, ha detto: “Mi preoccupa davvero perché è sbagliato. Tutti questi giovani sono malinformati. E in parte è colpa di Greta Thunberg. Non volutamente, ma si sbaglia”.

Il climatologo Kerry Emanuel del MIT e Wigley sostengono che la retorica estrema sta rendendo l’accordo politico sui cambiamenti climatici più difficile. “Bisogna trovare una sorta di via di mezzo quando si fanno cose ragionevoli per mitigare il rischio e cercare allo stesso tempo di far uscire le persone dalla povertà e renderle più resilienti. Non dovremmo essere costretti a scegliere tra far uscire le persone dalla povertà e fare qualcosa per il clima”, afferma Emanuel.

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