Ci sarebbe un caso sospetto di coronavirus in Francia a causa di una donna cinese, proveniente dalla città di Wuhan e arrivata ieri su territorio francese con sintomi di “febbre e tosse”. Lo riferisce Le Figaro citando una dichiarazione dell’ambasciata cinese in Francia che ha dato l’allarme. La ministra della Salute francese, Agne’s Buzyn, non ha confermato il caso aggiungendo che “sono in corso indagini”. Se fosse confermato sarebbe il primo caso in Europa.
L’Ambasciata di Cina in Francia ha riferito in una nota di aver ricevuto “chiamate e mail da diversi cittadini cinesi, che segnalavano che una donna originaria dalla città di Wuhan aveva scritto sul proprio account Wechat di avere sintomi di febbre e tosse, di aver preso degli antipiretici e di essere riuscita a passare il controlli all’aeroporto, riuscendo a entrare in territorio francese”.
Venuta a conoscenza di queste informazioni, l’Ambasciata di Pechino a Parigi, considerandole “di grande importanza”, ha “contattato la sera del 22 gennaio la persona coinvolta, Madame Yan, chiedendole di chiamare rapidamente i servizi di emergenza per farsi prendere in carico”, conclude la nota. Non chiaro cosa sia poi successo alla donna.
Quattro casi sospetti in Scozia
Quattro casi sospetti di coronavirus in Scozia. Lo riporta SkyNews precisando che si tratta di quattro cittadini cinesi sottoposti ora ai test.
Le quattro persone sono tutte giunte in questi giorni nel Regno Unito con un volo da Wuhan, la citta’ cinese epicentro dell’epidemia che ha collegamenti aerei tri-settimanali con Londra, come conferma l’agenzia Pa. Sono state ricoverate sulla base di sintomi sospetti e problemi respiratori.
Gli esami per verificare se siano in effetti stati colpiti dal virus cinese o no sono ora in corso a Edimburgo per tre dei casi in questione, secondo quanto riferito dal direttore dell’istituto di malattie infettive dell’università della cittàscozzese, e a Glasgow per la quarta persona. Al momento il contagio non è confermato.
Burioni: “Malgrado i controlli c’è il rischio di sbarco di persone infettate”
“A oggi non abbiamo la certezza che uno o più passeggeri atterrati stamattina a Roma da Wuhan non siano stati infettati dal nuovo coronavirus e che non svilupperanno la malattia dopo qualche giorno di permanenza qui in Italia”. Lo ha detto all’AGI il virologo Roberto Burioni. “Il problema è che noi di questo virus non sappiamo davvero nulla”, precisa. “Non sappiamo quanto sia realmente contagioso perché non abbiamo i dati; non sappiamo per quanto tempo una persona rimane contagiosa né tantomeno il periodo di incubazione; non sappiamo quanto l’infezione sia grave; non sappiamo se le persone decedute erano affette da altre patologie; e cosi’ via”, spiega Burioni.
“Allo stesso modo non sappiamo se tra le persone arrivate oggi a Fiumicino ce ne è qualcuna che poi svilupperà i sintomi della malattia“, aggiunge. Difficile anche fare ipotesi. “E’ sbagliato paragonare questo coronavirus ad altri noti per fare ipotesi sui tempi di incubazione”, sottolinea l’esperto.
“Semplicemente perché questo è un coronavirus del tutto nuovo. Azzardando possiamo immaginare che abbia un periodo di incubazione di qualche giorno. Se il periodo di incubazione – continua – fosse di 5 giorni è possibile che dall’aereo di stamattina sia sceso qualcuno che è infetto”. Per Burioni, in ogni caso, il nostro paese non avrebbe potuto agire diversamente da come ha già fatto.
“Più di questo l’Italia non poteva fare”, sottolinea. “Purtroppo dalla Cina ci arrivano troppe poche informazioni esplicite e si fa fatica da qui a capire la gravita’ della situazione: hanno preso un provvedimento forte, blindando una citta’ che ha piu’ abitanti del Belgio, Wuhan. Ma solo qualche giorno prima – conclude – hanno organizzato un banchetto per 20mila persone per superare il guinness dei primati per i piatti serviti. Difficile quindi capire come stanno davvero le cose”.
Due cinesi positivi al coronavirus in Vietnam
Due cittadini cinesi che si trovano in Vietnam sono risultati positivi al coronavirus e sono in cura in ospedale. Lo riferiscono le autorita’ ad Hanoi. Un cinese che vive a Ho Chi Minh City e’ stato infettato da suo padre che e’ arrivato in Vietnam il 13 gennaio scorso proveniente dalla citta’ cinese di Wuhan, epicentro del virus. Il padre e’ stato ricoverato in ospedale il 17 gennaio con la febbre alta, giorni prima che anche suo figlio mostrasse gli stessi sintomi. Entrambi sono stati messi in quarantena.
“I pazienti hanno mostrato segni di buona guarigione, la febbre si e’ ridotta e ora possono mangiare“, ha dichiarato il dottor Nguyen Ngoc Sang dell’ospedale Cho Ray di Ho Chi Minh City. Il vice ministro della Sanita’ del Vietnam ha esortato a prendere tutte le precauzioni per evitare un’ ulteriore diffusione. “Dovremmo testare immediatamente tutti i casi sospetti in modo da poter rilevare il virus più rapidamente. Non vogliamo che si diffonda“, ha detto Nguyen Truong Son in una conferenza stampa.
Il Brasile indaga sul primo caso sospetto
Il Brasile sta indagando sul suo primo caso sospetto di contagio da coronavirus cinese. Lo ha reso noto il ministero della Sanità, a quanto riportano i media brasiliani. Il caso riguarda una donna di 35 anni, ricoverata a Belo Horizonte con problemi respiratori dopo essere tornata da Shanghai, lo scorso 18 gennaio.
Primo caso confermato a Singapore
Singapore conferma il primo caso di polmonite da coronavirus. Si tratta di un uomo di nazionalità cinese di 66 anni, originario di Wuhan, epicentro dell’epidemia, ricoverato in isolamento e in condizioni stabili, secondo quanto dichiarato dal ministero della Sanità della città-Stato nella serata di oggi, ora locale. L’uomo era arrivato a Singapore da Guangzhou, nel sud-est della Cina.
Sono una ventina gli italiani attualmente a Wuhan
Sono una ventina gli italiani che si trovano attualmente a Wuhan, la citta’ cinese focolaio dell’emergenza virus. Lo si apprende da fonti locali. Alcuni sono residenti, altri invece sono li’ per studio o per turismo. L’ambasciata d’Italia a Pechino – interpellata al proposito – ha fatto sapere di essere in contatto con tutti i connazionali a Wuhan.
Domani riunione operativa allo Spallanzani
Si terrà domani mattina presso l’Istituto Nazionale di Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma una riunione operativa per la gestione di eventuali casi a Roma e nel Lazio con sospetta patologia da coronavirus. Al termine dell’incontro alle ore 12.30 si terrà un punto con la stampa. L’evento si svolge presso il Centro Congressi dell’INMI Spallanzani in via Portuense, 292 a Roma. Lo rende noto la Regione Lazio.