Le principali riserve di biodiversità al mondo sono tra le aree più minacciate e colpite dal riscaldamento globale, mettendo a rischio la sopravvivenza di decine di specie, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, che ha elaborato le temperature globali delle terre e degli oceani e le precipitazioni degli ultimi 21.000 anni. La ricerca ha evidenziato che sono proprio le zone climaticamente più stabili da milioni di anni che rischiano di essere maggiormente devastate dai cambiamenti climatici. Lo studio evidenzia come a subire gli effetti peggiori dell’aumento delle temperature siano le specie storicamente presenti in regioni tropicali, come le foreste della Guinea in Africa occidentale, nelle Ande e nei tropici umidi dell‘Australia.
“È sconfortante vedere che alcuni dei tesori ambientali della Terra in grado di salvare la natura e il pianeta potrebbero essere i punti più minacciati“, hanno sottolineato gli autori dello studio, tra cui il professore Damien Fordham, ecologista del cambiamento globale dell’Università di Adelaide. La stabilità climatica di intere zone tropicali durata secoli ha permesso a milioni di specie di sopravvivere, diventando così loro rifugi e zone di ‘impilamento’ della biodiversità, mentre nel frattempo altre regioni si sono riscaldate. Ne consegue che quelle specie hanno sviluppato una capacità di sopravvivenza entro particolari limiti di temperatura e clima.
“I cambiamenti climatici causati dall’uomo accadrebbero troppo in fretta per consentire queste specie di evolversi o muoversi, quindi anche piccoli cambiamenti avrebbero un grande impatto“, avvisano gli esperti. “A causa del riscaldamento difficilmente i rifugi climatici potranno avere lo stesso ruolo in futuro. È lo studio più deprimente degli ultimi anni“, sostiene Hugh Possingham dell’Università del Queensland, che insiste sull’urgenza di attuare programmi in grado di facilitare l’adattamento climatico delle aree più critiche. Tra i possibili interventi suggeriti dai ricercatori c’è il ripristino degli habitat e la riduzione delle pressioni esercitate dall’uomo, come la caccia.