E’ alto il numero di trasmissioni del coronavirus che sono avvenute all’interno dell’ospedale di Wuhan. Lo ha stabilito un nuovo studio pubblicato su ‘Jama’ (Journal of the American Medical Association) in cui sono descritte le caratteristiche di 138 pazienti ricoverati dal primo gennaio al 28 gennaio scorsi all’ospedale di Wuhan e i cui dati clinici sono stati raccolti fino a cinque giorni fa (3 febbraio). “Nello studio si descrivono 40 casi verificatisi in operatori sanitari e 17 casi in pazienti già ricoverati in quell’ospedale per altri motivi. Più del 40% del totale. Una situazione incredibile che ricorda molto, anzi probabilmente supera, quanto già avvenuto per la Sars“, evidenzia il virologo Roberto Burioni, commentando lo studio sul suo sito ‘MedicalFacts’.
“Nuovo studio smentisce che colpisce più i maschi”
Uno nuovo studio pubblicato su ‘Jama’ smentisce che il nuovo coronavirus cinese colpisce più i maschi come si era pensato nelle prime settimane dell’epidemia. “La prima cosa che emerge dall’analisi del nuovo studio è la smentita di uno dei dati che sembrava evidenziarsi dalle prime segnalazioni, ovvero il fatto che il sesso maschile fosse molto più colpito rispetto a quello femminile. Dei 138 pazienti analizzati, solo poco più della metà (75) è rappresentato da maschi”. Lo sottolinea il virologo Roberto Burioni commentando lo studio su ‘MedicalFacts’, il suo sito di informazione scientifica.
“Questo fa capire come sia difficile interpretare correttamente i dati nei primi giorni di un’epidemia, quando le prime osservazioni cliniche possono essere influenzate dalla maggiore esposizione a un dato fattore di rischio – prosegue Burioni – Nel caso specifico, il più alto numero di maschi infettati nelle prime ore era probabilmente legato al fatto che maggiore era il numero di maschi che frequentava l’ormai famigerato mercato di Wuhan“. Nello studio sono descritte le caratteristiche di 138 pazienti ricoverati dal primo gennaio al 28 gennaio nell’ospedale di Wuhan e i cui dati clinici sono stati raccolti fino a cinque giorni fa (3 febbraio). “Questo nuovo studio porta a quasi 650 i pazienti finora descritti, aumentando ulteriormente la nostra conoscenza delle caratteristiche cliniche delle forme più gravi di quest’infezione”, evidenzia Burioni.
In Thailandia i contagi salgono a 32
Altri sette casi confermati hanno fatto salire a 32 il numero delle persone contagiate dal coronavirus in Thailandia. Il ministero della Sanità di Bangkok ha precisato in una nota che i nuovi casi riguardano tre thailandesi e quattro cinesi. Uno dei thailandesi che ha contratto il virus, si legge, era stato evacuato da Wuhan, la città epicentro dell’epidemia, mentre gli altri due sono a stretto contatto con i turisti per motivi di lavoro. Complessivamente nel Paese del sud-est asiatico 22 persone restano ricoverate in ospedale ed altre 10 sono state dimesse.
Gli italiani in Cina: riaprite i voli da Hong Kong
Un appello a riaprire i voli e i collegamenti diretti verso la Cina iniziando da Hong Kong viene lanciato oggi dalla comunita’ degli italiani residenti nella metropoli asiatica e nella vicina Macao. Questa disposizione – dicono alcuni di loro all’ANSA – “e’ veramente “una sciocchezza, perche’ attraverso vari scali, la gente, se vuole, dalla Cina in Italia ci arriva”. Inoltre, “chiudere i voli diretti mette gli italiani che stanno a Macao e a Hong Kong piu’ in pericolo. I rischi aumentano perche’ ci obbligano a prendere piu’ voli, ad attraversare piu’ Paesi, piu’ aeroporti, ad entrare in contatto con piu’ persone. E quindi questo mette piu’ a rischio i cittadini italiani che devono tornare a casa”. “Tutto questo – spiegano gli italiani in Cina – gia’ sarebbe sufficiente per cancellare questa sciocchezza e rimettere i voli diretti”. “Inoltre – spiegano in particolare i residenti italiani a Hong Kong e Macao – da oggi chi arriva a Hong Kong dalla Cina viene messo in quarantena per 15 giorni”.
A Wuhan arrivati altri 2 mila medici
All’aeroporto Tianhe di Whan, la citta’ cinese focolaio del coronavirus, sono atterrati altri 2.043 medici che fanno parte di 12 squadre. Lo scrive il Global Times. Il personale medico si e’ presentato con tute, mascherine e altre 36 tonnellate di forniture mediche.