“Covid-19 e’ simile all’influenza stagionale per le modalita’ di trasmissione, per i prodromi e per i sintomi, ma nelle forme piu’ gravi e’ piu’ pericolosa“: lo ha dichiarato all’AGI Giorgio Palù, docente ordinario di microbiologia e virologia all’Universita’ di Padova, presidente uscente delle Societa’ europea e italiana di virologia, esprimendosi sulla questione che divide i virologi, tra chi ritiene Covid-19 piu’ grave dell’influenza e chi no. “Da un confronto tra il tasso di mortalita’ dell’influenza stagionale e Covid-19, sembra che la seconda sia piu’ letale. Nella stagione 2018-2019 circa il 10 per cento della popolazione e’ stata colpita dall’influenza stagionale o da sindromi simil-influenzali. Qualcosa quindi come 8 milioni di persone, di cui 8mila morti direttamente (ad esempio per polmonite) o indirettamente legate all’influenza. Si tratta quindi di un tasso di mortalita’ dello 0,1 per cento. Per Covid-19 si parla invece di un tasso di mortalita’ di circa il 2 per cento, legata soprattutto alle forme gravi che danno polmonite interstiziale. Tuttavia, finche’ non avremo dati completi su quanti siano effettivamente il totale delle persone contagiate, e’ ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive“.
“Covid-19 non e’ una pandemia o quantomeno non lo e’ ancora“. “Al momento gli scenari possibili sono 3: il primo e’ che avremo una pandemia; il secondo e’ che i casi saranno sempre piu’ limitati come succede per l’influenza, perche’ anche la diffusione di questo Coronavirus e’ stagionale; la terza ipotesi e’ che il nuovo Coronavirus diventi endogeno cosi’ come i 4 virus stagionali”
La caccia al paziente zero? “Ormai è inutile“: “Due sono i motivi che la rendono meno importante. Il primo e’ che il virus e’ altamente contagioso e lo e’ anche nei pazienti asintomatici. Un recente studio cinese ha trovato alte concentrazioni di virus in naso e bocca in pazienti perfettamente in salute. Il secondo e’ che ormai la diffusione e’ autoctona e non piu’ legata ai viaggi in Cina“.