Coronavirus, Fimmg: “Autorizzare i medici di famiglia ai certificati di malattia via telefono”

La Fimmg chiede infatti di autorizzare i medici di famiglia delle zone a rischio contagio a redigere telefonicamente i certificati di malattia
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“Convocare con la massima urgenza un incontro con tutte le autorità competenti per adottare ogni misura utile e necessaria a garantire il lavoro in sicurezza dei medici della medicina generale rispetto all’emergenza dettata da Covid-19 e in relazione a quanto previsto dall’Inps per i medici della medicina legale”. Lo scrive il segretario generale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Silvestro Scotti al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in una lettera inviata stamane.

La Fimmg chiede infatti di autorizzare i medici di famiglia delle zone a rischio contagio a redigere telefonicamente i certificati di malattia. Ieri la direzione generale dell’Inps ha diramato indicazioni rivolte alle proprie strutture territoriali con le quali ha disposto la chiusura delle strutture dei Comuni della zona rossa, la necessità di concordare con le autorità competenti l’eventuale sospensione dei servizi al ‘front end’ fisico per i territori della Lombardia. E ancora, la sospensione del servizio degli sportelli di linea e la consulenza su appuntamento per i territori della zona rossa, la sospensione temporanea delle visite assistenziali e previdenziali presso le Uoc medico legali e la sospensione temporanea delle convocazioni in sede dei lavoratori, ricorda Fimmg. “Nell’ambito di queste misure – sottolinea Scotti – sorprende che nessun analogo strumento preventivo sia stato definito per i medici di medicina generale”.

E tutto ciò “nonostante questa tematica sia stata già esposta al tavolo di Lavoro del 23 febbraio. Mentre è noto che i medici di medicina generale costituiscono il presidio di primo contatto fondamentale tra i pazienti ed il Servizio sanitario nazionale e regionale. È grave che non si sia tenuta in alcuna considerazione la circostanza per la quale, ad oggi, già diversi medici di medicina generale risultano essere in quarantena, proprio in ragione del loro contatto diretto con pazienti affetti da Covid-19”, aggiunge Scotti. L’esigenza, strategica in questa situazione di potenziale aumento dei casi, è quella di evitare in tutti i modi possibili che i medici di medicina generale possano essere esposti al rischio di contagio.

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