Continua l’allerta coronavirus, con nuovi casi in diverse parti del mondo, ma fortunatamente aumentano anche le guarigioni. E a Wuhan si pensa di trasformare locali esistenti, come le palestre, in ospedali temporanei al fine di ridurre le infezioni nella città cinese di Wuhan, che sta lottando contro un crescente numero di pazienti contagiati dal nuovo virus. Lo ha detto oggi un funzionario della National Health Commission (NHC).
“Il problema più grande che stiamo affrontando nella provincia di Hubei, in particolare a Wuhan, è la discrepanza tra l’aumento del numero di pazienti e le risorse mediche limitate“, ha dichiarato Guo Yanhong della NHC nel corso di una conferenza stampa. Con l’attività degli ospedali di fortuna con un gran numero di posti letto si punta a massimizzare la capacità di accettare e curare i pazienti evitando la trasmissione di virus nelle famiglie e nelle comunità, ha aggiunto Guo.
Wuhan, epicentro della nuova epidemia di coronavirus, sta lottando contro il tempo per aggiungere circa 10.000 posti letto convertendo i suoi locali pubblici come palestre e centri espositivi in ospedali temporanei, per occuparsi di persone con sintomi lievi. Li’ possono ricevere assistenza medica di base e da li’ essere trasferiti nei comuni ospedali se le loro condizioni peggiorano. Secondo la Hubei Provincial Health Commission, ieri Wuhan registrava 11.618 casi confermati della nuova infezione da coronavirus.
Aumenta il numero di pazienti guariti
La Cina ha registrato un costante aumento del numero di pazienti che sono guariti dal contagio del nuovo coronavirus a partire dal 30 gennaio. Lo rivelano oggi le autorità sanitarie. Guo Yanhong, un funzionario della Commissione sanitaria nazionale in una conferenza stampa, rivela che un totale di 1.540 persone infette sono state curate e dimesse dagli ospedali a partire da ieri nella battaglia contro il virus. Un’analisi di esperti è stata commissionata dalle autorità su oltre 500 casi curati, includendo sia i casi con sintomi lievi che quelli gravi. Guo rivela che alcuni pazienti avevano anche condizioni complicate e il tempo medio di ospedalizzazione degli oltre 500 pazienti guariti e’ di circa 10 giorni.
Secondo il funzionario, riassumendo i metodi di cura per i pazienti guariti, gli esperti hanno notato che alcuni metodi di cura antivirale, incluso sia il trattamento sintomatico che le terapie di supporto, specialmente l’uso della medicina tradizionale cinese, hanno prodotto buoni effetti. “Sintetizzeremo attivamente l’esperienza e integreremo costantemente i metodi nella diagnosi e nella linea guida del trattamento per orientare il trattamento clinico dei pazienti e migliorare notevolmente il tasso di guarigione”, ha concluso il funzionario.
I prossimi 15 giorni diranno se sarà una pandemia
I prossimi 15 giorni saranno cruciali per capire come evolverà l’epidemia di coronavirus: se i casi sporadici registrati fuori dalla Cina rimarranno isolati, avremo la dimostrazione che le misure di contenimento attuate dalle autorità sanitarie stanno funzionando; in caso contrario, se si generassero nuovi focolai fuori dalla Cina, si potrebbe aprire uno scenario di pandemia. A dirlo è Andrea Gori, infettivologo dell’Università Statale e direttore dell’Unità operativa di malattie infettive del Policlinico di Milano.
“Al momento credo che ci siano buone ragioni per essere ottimisti”, afferma l’esperto. “E‘ vero che ogni giorno si contano migliaia di nuovi casi, ma nonostante questo l’epidemia e’ ancora circoscritta alla Cina, che con uno sforzo immenso ha messo in atto delle misure di isolamento incredibili che coinvolgono 60 milioni di persone. Per il momento questo sta dando i suoi frutti”, sottolinea Gori. “Dobbiamo sperare che la capacita’ di contenimento cinese resista, nonostante l’enorme impatto che sta avendo sull’economia”.
L’Oms: “Meno casi negli ultimi 2 giorni, ma potrebbero aumentare”
“Negli ultimi due giorni ci sono stati meno casi di nuove infezioni da coronavirus in Cina. E’ una buona notizia, ma dobbiamo fare attenzione, perché i numeri potrebbero aumentare ancora, dato l’andamento ‘a zig zag’ dell’epidemia”. A evidenziarlo è stato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante una conferenza stampa a Ginevra.
“Impennata della richiesta di mascherine, +20% dei prezzi”
“L’Oms sta inviando kit per i test, mascherine, guanti, dispositivi respiratori e tute ai diversi Paesi. Tuttavia il mercato dei dispositivi per la protezione individuale sta affrontando gravi perturbazioni. La domanda è fino a 100 volte superiore al normale, e i prezzi sono fino a 20 volte più alti”. Lo ha sottolineato il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante una conferenza stampa a Ginevra.
“Chiediamo ai Paesi e alle aziende di collaborare con l’Oms per garantire un uso equo e razionale delle forniture di questi dispositivi e il riequilibrio del mercato. Tutti abbiamo un ruolo da svolgere per tenerci al sicuro”, ha aggiunto il direttore Oms. “La prima priorità sono gli operatori sanitari. La seconda priorità chi è malato o si prende cura di qualcuno che è malato. L’Oms scoraggia l’accaparramento di dispositivi di protezione personale in Paesi e aree in cui la trasmissione” del coronavirus “è bassa”.
“Questa situazione – riflette Tedros Adhanom Ghebreyesus – è stata esacerbata dall’uso massiccio e inappropriato” di mascherine, guanti e tute protettive, “al di fuori della cura del paziente. Di conseguenza, ora ci sono scorte esaurite e arretrati di 4-6 mesi. Le scorte globali di mascherine e maschere per l’ossigenoterapia sono insufficienti – ribadisce – per soddisfare le esigenze dell’Oms e dei nostri partner”.
“Non sono raccomandate restrizioni ai viaggi”
“Sulla base delle raccomandazioni del Comitato di emergenza, l’Oms non raccomanda restrizioni ai viaggi e al commercio” a causa del nuovo coronavirus. “Sebbene le restrizioni ai viaggi possano sembrare intuitivamente la cosa giusta da fare, di solito l’Oms non le raccomanda, a causa della perturbazione socio-economica che causano e dell’uso intensivo delle risorse che si rende necessario”. A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Cristiana Salvi, responsabile Relazioni Esterne, Emergenze Sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Europa. “Nell’attuare le misure relative ai viaggi e a commercio – prosegue – i paesi tengono conto delle politiche nazionali, della propria valutazione del rischio e delle proprie capacità. Tuttavia, laddove i paesi scelgano di applicare restrizioni di viaggio in base a circostanze e contesti particolari, ai sensi del Regolamento sanitario internazionale sono tenuti a segnalarlo all’Oms”.
“Non ci sono dati sulla trasmissione asintomatica”
“I dati suggeriscono che il coronavirus può essere trasmesso mentre una persona è malata. Questo include il contagio quando una persona ha sintomi molto lievi e talvolta non specifici. Non abbiamo ancora dati che dimostrino la trasmissione prima che qualcuno si ammali” e manifesti sintomi. A dirlo all’Adnkronos Salute è Cristiana Salvi, responsabile Relazioni Esterne, Emergenze Sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Europa. “Inizialmente – spiega Salvi – si diceva che uno studio sul gruppo di infezioni avvenute in Germania includesse una trasmissione” da paziente asintomatica, “tuttavia, dopo aver ottenuto ulteriori informazioni, è stato chiarito che la persona presentava sintomi durante il periodo” in cui è stata a contatto con gli altri pazienti, poi contagiati.
“Utili i dati dai paesi che studiano le terapie antivirali”
“L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non ha ancora abbastanza dati per valutare l’efficacia dei trattamenti per il nuovo coronavirus. In questa fase, diversi Paesi”, come l’Italia “stanno effettuando una valutazione sull’uso degli antivirali e l’Oms accoglie con favore i risultati di queste indagini“. A dirlo all’Adnkronos Salute è Cristiana Salvi, responsabile Relazioni Esterne, Emergenze Sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) Europa. “Come parte della risposta all’epidemia – aggiunge Salvi – è stato attivato il progetto di Ricerca e sviluppo dell’Oms per accelerare la valutazione di strumenti di diagnostica, vaccini e terapie per questo nuovo coronavirus. L’Oms ha anche avviato una serie di procedure per valutare le pratiche, la qualità e la sicurezza delle tecnologie mediche utilizzate durante le situazioni di emergenza. La prossima settimana abbiamo organizzato un forum globale di ricerca e innovazione (11-12 febbraio a Ginevra) per accelerare lo sviluppo di efficaci test diagnostici, vaccini e medicinali per sconfiggere il focolaio di coronavirus, stabilendo al contempo meccanismi per un accesso razionale a questi strumenti per le popolazioni bisognose“.