«Noi saremo anche ignoranti, ma qualcuno ha soffiato sul fuoco della nostra ignoranza». E’ quanto sostiene una delle donne che in Italia si è ammalata di Coronavirus e dal quale è guarita. Era una conoscente di Adriano Trevisan, morto a causa del virus, e dopo il decesso dell’uomo era stata subito sottoposta al tampone. «L’ho fatto non tanto per me, ma per quelli di Vo’ Euganeo che avevo intorno. Mi guardavano come se avessi sputato il virus nel caffè. Tranquilli, ho detto ai miei amici, non sintomi, sarà negativo», ma così non è stato. Il Coronavirus c’era, la donna era stata infettata. «I medici me lo hanno detto subito: la ricoveriamo, per scrupolo. Sono stati di parola». Stava bene e dunque dopo solo un giorno e mezzo di ospedale è tornata a casa, in isolamento domiciliare fiduciario, in quarantena per 14 giorni. La donna, che è stata la prima persona dimessa in Italia dopo aver contratto il virus proveniente dalla Cina, è sta intervistata dal Corriere della Sera svelando dei retroscena del decorso della malattia che forse potrebbero aiutarci a comprendere maggiormente cosa sia davvero questo virus.
«Sono solo una persona che è andata a casa, come faranno presto tanti altri. Svegliamoci ragazzi, che ci stiamo facendo del male da soli», sostiene fermamente. E poi, parlando dei consigli dei medici, precisa che «gli anziani devono stare più attenti, gli altri facciano attenzione a non pestarsi i piedi, a tenersi a distanza». E lei non ha mai avuto paura, nemmeno un po’: «È una influenza, mica muori, se non sei già malato. Mi sembra che siamo diventati tutti scemi». «Io sono vecchio stampo e non sono su Facebook – riferisce la donna al giornalista del Corriere –. Ma per la mia attività ogni tanto ci vado. E ci sono andata durante il ricovero. Mi ha colpito il video di un signore con la mascherina. Sembrava in panico, diceva che ci infetteremo tutti. A un certo punto si è tolto la mascherina. E ha detto di essere un malato di cancro, a cui resta un mese di vita. Noi, diceva, andiamo via nell’indifferenza generale, “senza rompere i c… a nessuno”, mentre voi state impazzendo per questa cosa qui. Ma non vi vergognate? chiedeva. Secondo me, ha ragione lui. Un po’ ci dovremmo vergognare».
Parlando dei sintomi e dei giorni in quarantena spiega: «Stavo bene, ero soltanto seccata, ma tranquilla. Ero positiva, ma senza neppure una linea di febbre. Appena arrivata mi hanno fatto un flebino, di zucchero liquido. Per precauzione, dicevano. L’unica medicina me la sono data io. Avevo mal di testa, per tutto questo casino, e ho chiesto se potevo prendere un Moment che avevo in borsa. Fine. Vuole la verità? Se non fosse morto il povero Adriano, se fossimo andati lunghi, non avrei saputo di essere positiva. E come me, tanti altri. Non credo sarebbe cambiato nulla».