Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), mette sotto la lente i coronavirus di Sars, Mers e Covid-19 (e non solo) in un volume che si presenta come ‘il più aggiornato sui coronavirus: ‘Epidemie. I perché di una minaccia globale’ (Carocci editore), appena arrivato in libreria. “In realtà però il capitolo sul nuovo coronavirus è ricco di interrogativi: abbiamo 2 scenari possibili. E occorreranno 6 mesi – dice all’AdnKronos Salute – per capire come andrà”. O “farà il giro del mondo, colpendo in modo più o meno importante. Oppure – aggiunge Rezza – verrà messo sotto controllo il focolaio di Hubei, quello della città cinese di Wuhan, e anche i focolai più piccoli, che stanno nascendo al di fuori della Cina. Bisogna dire che la Cina stessa è intervenuta sì in ritardo di un mese e mezzo, ma in maniera draconiana. E i segnali che stiamo vedendo in questi giorni sono promettenti. Laddove si interviene in modo drastico, con un cordone sanitario, isolando i casi e mettendo in quarantena i contatti, i risultati si hanno“. E se “il problema di Wuhan è stato affrontato davvero solo un mese e mezzo dopo l’arrivo del misterioso virus“, ricorda l’esperto, per l’Organizzazione mondiale della sanità c’è ancora una finestra di opportunità per fermarlo.
“Preoccupano ora i piccoli focolai soprattutto in Asia: in Giappone, Malesia, Singapore e Vietnam. Ma ce n’è uno anche in Germania e di quello in Iran si sa ancora poco”, ha aggiunto.
Il Coronavirus è arrivato in Iran, Lockdown per la città di Qom: un milione di abitanti in quarantena. “Focolaio preoccupante per tutto il mondo”
Per quanto riguarda l’Italia, Rezza dice: “Si è mossa molto bene fino ad ora, è il Paese che ha adottato politiche più dure, come lo screening attraverso i termoscanner per chi arriva in aeroporto, che permette di identificare chi ha la febbre e di fornire indicazioni chiare a tutti su a chi rivolgersi. Il numero 1500 permette infatti di contattare il 118 e assicurare in caso di sintomi sospetti un arrivo in ospedale protetto, senza passare per il pronto soccorso, o addirittura in taxi come è accaduto in altri Paesi. Anche il blocco dei voli diretti dalla Cina è una misura dolorosa e coraggiosa, che ha ridotto il rischio di arrivo di persone infettate”. “Quanto alle recenti preoccupazioni sui 2.500 cinesi di ritorno in Toscana, per i bambini è stato adottato l’isolamento fiduciario a casa e il Dipartimento di Prevenzione sta attuando un monitoraggio molto attento di queste persone, quasi equivalente all’isolamento fiduciario, con un ambulatorio dedicato ai controlli in caso di sintomi sospetti”. Insomma, nel nostro Paese secondo l’esperto l’approccio è stato prudente e corretto.
“Nel libro analizzo gli altri coronavirus, quelli di Sars e Mers, oltre a Ebola e alla pandemia di virus A/H1N1, divenuto ormai protagonista dell’influenza stagionale. Ma anche aspetti come il significato evoluzionistico dei sintomi di alcuni microrganismi, come la tosse“, aggiunge Rezza.
Rezza (Iss): “Qualche problema dai cambi di conteggio dei casi in Cina”
I vari cambi “nel metodo di conteggio dei casi di Covid-19 in Cina hanno creato un po’ di confusione nella lettura dei dati. Ma al netto dei casi clinici, emerge una riduzione” della diffusione del nuovo conovirus “in Hubei, la regione di Wuhan, città al centro dell’epidemia”. Lo afferma all’AdnKronos Salute Giovanni Rezza alla luce degli ultimi dati resi noti dalla Cina e dall’Organizzazione mondiale della sanità. “Certo, per avere un quadro più chiaro occorre attendere, e sarebbe utile avere la curva epidemica per data di comparsa dei sintomi”, aggiunge l’esperto. “Non è detto però che in altri Paesi si abbia la possibilità di fare quello che si è fatto in Cina: ovvero attivare un cordone sanitario, isolare i casi e mettere in quarantena i contatti”.
Sul fronte delle ricerche sul patogeno, Rezza commenta: “Il nuovo studio pubblicato sul ‘Nejm’ suggerisce la possibilità di trasmissione del patogeno anche da parte dei pazienti asintomatici“. Inoltre sembra che il nuovo coronavirus abbia un modello di diffusione “più simile a quello dell’influenza che alla Sars. L’incubazione dell’influenza è più breve, però, e dunque difficilmente controllabile. Mentre i risultati della Cina ci dicono che il virus della Covid-19 si può controllare se si agisce precocemente“. Quanto alle preoccupazioni per l’arrivo del patogeno in Africa, “per ora il virus è giunto in Egitto ed è vero che questo continente potrebbe rappresentare l’anello debole” della catena di contrasto al virus, “ma i problemi maggiori al momento li abbiamo in Estremo Oriente“, ricorda l’esperto.