“Ero nella carrozza con altre persone e a un certo punto abbiamo sentito un grosso rumore, il treno è deragliato e ci siamo trovati sottosopra, c’è stato un po’ di panico, pensavamo che fosse finita, se ti ribalti con un treno a 300 km/h non pensi che rimani lì a parlare“: lo ha raccontato uno dei superstiti, il 28enne Alex Nuvoli, visitato al pronto soccorso di Vizzolo Predabissi, nel Milanese, riferendosi all’incidente ferroviario verificatosi questa mattina nel Lodigiano. “Davanti a me viaggiava un ragazzo e a un certo punto, quando è successo tutto, mi ha detto ‘penso sia finita’. Gli ho detto ‘forse hai ragione’ e ci siamo tenuti la mano, poi ci siamo guardati e ci siamo detti ‘siamo salvi’, abbiamo poi iniziato ad aiutarci, chi prendeva lo zaino, io con il computer facevo luce, poi abbiamo provato a rompere le porte e siamo riusciti a rompere un finestrino prendendolo a calci e a sgattaiolare insieme“. “Quando ci siamo alzati abbiamo trovato tutto chiuso, grosso fumo, puzza di zolfo, abbiamo trovato un finestrino mezzo rotto, lo abbiamo preso a calci e siamo usciti, poi siamo stati nel piazzale ad aspettare i soccorsi. Non è stata una bella esperienza ma possiamo raccontarla e quindi va bene“.
“Siamo stati fortunati, miracolati, sembrava di stare sulle montagne russe”, ha raccontato Chiara, 30 anni, psicologa di Milano che questa mattina era a bordo del Frecciarossa deragliato in provincia di Lodi. “C’è stato un botto poi il treno si è mosso molto e ci siamo fermati, poi diversi sballottamenti. Mi sono svegliata, sono cadute le valigie dalle cappelliere ma io sono rimasta aggrappata al mio posto con tutte le mie forze. Non abbiamo capito subito cosa stava succedendo, sembrava di stare sulle montagne russe, saranno stati 40 secondi ma sono sembrati 10 minuti“.
“Il terrore è arrivato dopo qualche ora, all’inizio era solo adrenalina. Il convoglio ha fatto un salto, poi la locomotiva si è staccata ed è andata dall’altra parte rispetto al senso di marcia. Abbiamo spaccato il vetro ma poi siamo scesi dalla porta. Solo allora ci siamo accorti che la testa del treno si era staccata ed era dall’altra parte della casetta. Abbiamo pensato siamo stati fortunati, miracolati. Nel mio vagone eravamo in tre e stiamo tutti bene. Adesso voglio solo tornare a casa“.