La NASA lancia l’allarme sul ghiacciaio Denman nell’Antartide orientale: si e’ ritirato di 5,4 chilometri in 22 anni, dal 1996 al 2018, e la forma del suolo sotto il ghiacciaio lo rende vulnerabile all’intrusione dell’acqua di mare.
Alla suddetta conclusione è giunta una ricerca pubblicata su Geophysical Research Letters dai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory della Nasa e dell’universita’ della California a Irvine (Uci): gli esperti si sono basati sui dati dei satelliti del programma italiano Cosmo-SkyMed.
Il ghiacciaio Denman si sta sciogliendo dal basso verso l’alto e contiene una quantita’ di ghiaccio pari alla meta’ di quella dell’Antartide occidentale.
Le sue dimensioni implicano che “il potenziale impatto sull’innalzamento del livello del mare a lungo termine e’ significativo“, ha affermato Eric Rignot del Jpl e dell’Uci. Se tutto il ghiacciaio si sciogliesse, ha precisato lo scienziato, farebbe aumentare il livello degli oceani di circa 1,5 metri.
Il fianco orientale di Denman e’ protetto dall’esposizione all’acqua calda dell’oceano da una cresta larga circa 10 chilometri, mentre il fianco occidentale poggia su una depressione profonda: la configurazione, secondo la prima autrice, Virginia Brancato, potenzialmente favorisce l’infiltrazione di acqua calda sotto il ghiacciaio “che provocherebbe un ritiro rapido e irreversibile e contribuirebbe all’innalzamento globale del livello del mare in futuro“.