Il Coronavirus è partito da 34 casi invisibili: si inseguono le origini dell’epidemia per cercare di fermarla

L'analisi di 165 sequenze genetiche del Coronavirus indica che esistono due ceppi fratelli del virus SarsCoV2, chiamati Tipo I e Tipo II, quindi Wuhan potrebbe non essere stato l'unico punto di origine dell'epidemia
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L’epidemia di coronavirus che sta interessando il mondo è sempre stata tinta di giallo e ancora non si conoscono le sue esatte origini. Del resto, è un virus mai visto finora e del quale si ignorano ancora moltissime cose. Decine di articoli scientifici, che non hanno ancora superato la revisione della comunita’ scientifica, vengono pubblicati ogni giorno sui siti che ospitano i lavori, funzionando come una corsia ad alta velocita’ per condividere i dati in tutto il mondo. E’ stato per esempio pubblicato sul sito MedrXiv il modello matematico che ha permesso di risalire ai primi 34 casi invisibili che hanno portato il virus fuori dalla Cina. “La dinamica della diffusione del virus e’ complessa e continua a variare nel resto del mondo“, osservano gli autori del modello, Yi Li e Meng Liang dell’Universita’ Fudan a Shanghai. “Non si puo’ escludere – aggiungono – che questi casi esistessero gia’ prima o parallelamente al focolaio di Wuhan“.

L’analisi di 165 sequenze genetiche del Coronavirus indica che esistono due ceppi fratelli del virus SarsCoV2, chiamati Tipo I e Tipo II, quindi Wuhan potrebbe non essere stato l’unico punto di origine dell’epidemia. Il ceppo di Tipo II è il piu’ contagioso, è nato nel mercato di Wuhan e da li’ ha cominciato a espandersi con l’aiuto di un super-diffusore, mentre il Tipo I non ha un’origine chiara e potrebbe avere a che fare con 14 dei primi 41 casi che non avevano legami con il mercato di Wuhan. Secondo i ricercatori il Tipo II si sarebbe probabilmente evoluto dal Tipo I, grazie a due mutazioni genetiche che lo hanno reso piu’ contagioso.

Il SarsCoV2 potrebbe non essere nato in Cina, ha detto lo pneumologo cinese Zhong Nanshan, che nel 2003 ha scoperto il Coronavirus responsabile della Sars (Severe acute respiratory syndrome), quando era a capo dell’Istituto per le malattie respiratorie di Guangzhou. Secondo l’esperto l’epidemia e’ apparsa per la prima volta in Cina, ma non e’ necessariamente nata in Cina; citando l’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms), ha infine rilevato che la diffusione del virus e’ una questione globale e il lavoro per rintracciarne la fonte e’ ancora in corso.

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