Coronavirus, ore cruciali per l’evoluzione dei casi: “Se i dati sulle vittime saranno buoni anche domani, si iniziano a vedere gli effetti delle misure”

Aumento delle vittime e dei pazienti in terapia intensiva più contenuto oggi rispetto a ieri: "Potrebbero indicare una tendenza, che si stia avvicinando il picco"
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Le prossime ore sono cruciali per capire se effettivamente si stia avvicinando il picco nei casi di Coronavirus in Italia, dove, dopo gli ultimi aggiornamenti della protezione civile, abbiamo 21.157 contagiati e 1.441 morti. Ad attirare l’attenzione e’ il leggero rallentamento nella progressione delle morti, che oggi sono state 175 in piu’ contro le 250 in piu’ registrate ieri, secondo l’analisi del fisico esperto di sistemi complessi Giorgio Parisi, dell’Universita’ Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “Se anche i dati domenica saranno buoni come quelli di oggi – ha detto – vorra’ dire che si sta cominciando a vedere qualche effetto del contenimento”. Ad oggi comunque, ha aggiunto, “non si puo’ parlare di un rallentamento statisticamente significativo, ma se la tendenza dovesse proseguire per altri due giorni, allora potremmo pensare a un trend che si sta consolidando”.

Oltre al rallentamento dei decessi, un altro numero interessante e’ l’aumento contenuto dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, pari a 1.518 i malati, 190 in piu’ rispetto a ieri: “potrebbero indicare una tendenza, che si stia avvicinando il picco”. Ma è presto per arrivare a delle conclusioni, ha aggiunto, considerando quanto sia disomogenea la situazione in Italia, soprattutto tra Lombardia e Centro-Sud.

Continua a mancare il numero dei casi asintomatici, come rileva lo studio su sei province della Lombardia condotto dal matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le applicazioni del calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr). I dati indicano “una frazione non trascurabile di portatori sani nell’epidemia di Coronavirus in Italia” e che “sono proprio i portatori sani i soggetti piu’ rilevanti per la diffusione dell’epidemia”.

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